Reggio Emilia, 21 settembre 2022 - La richiesta ai manager di tagliarsi i compensi o, in alternativa, di licenziarsi. E un giorno di lavoro a settimana per i dipendenti con l’accordo di solidarietà, ma la Regione Emilia-Romagna prima di concedere l’ok vuole garanzie dall’azienda. Segnali di un’ennesima brusca frenata del maxi progetto Silk-Faw, la joint venture sino-americana delle supercar elettriche di lusso che un anno e mezzo fa aveva annunciato di voler approdare a Reggio Emilia. Promesse non mantenute, a partire dal rogito dell’area di Gavassa mai perfezionato (coi soci del terreno che anche ieri hanno detto di "non avere alcuna novità sull’operazione").
Aggiornamento Silk-Faw Reggio Emilia, i dipendenti pronti a licenziarsi
"Silk-Faw non paga l’affitto al Tecnopolo" - Silk-Faw Reggio Emilia, indagine della Finanza. La rivolta dei dipendenti
I sindacati avevano annunciato per la giornata di ieri un summit con l’assessore regionale allo sviluppo economico Vincenzo Colla per dare respiro alla sessantina di lavoratori assunti che lamentano quattro mensilità di stipendio arretrate. Vertice slittato però a martedì prossimo. Nel frattempo la Regione – che da mesi ha congelato il finanziamento pubblico da 4,5 milioni di euro finché non si muove qualcosa di concreto – chiederà garanzie. Concedere gli ammortizzatori sociali a un’azienda che al momento non ha sfornato neppure un’autovettura, sarebbe una mancanza di rispetto verso quelle imprese che, seppur tra mille difficoltà, hanno continuato a produrre anche per salvare i posti di lavoro. Ieri l’amministratore delegato di Silk-Faw, Giovanni Lamorte ha avuto un faccia a faccia coi lavoratori. E, stando a quanto raccontato da alcuni di loro, avrebbe promesso che al 99% l’accordo di solidarietà si farà. Manca solo l’assenso della Regione. Se andasse in porto, i dipendenti lavorerebbero un solo giorno a settimana e l’azienda andrebbe a coprire la differenza della quota parte d’accordo per incrementare lo stipendio. E inoltre un’ulteriore promessa: chi si è licenziato, potrà chiedere la riassunzione se l’affare dovesse finalmente sbloccarsi.
L’intesa sindacale però non riguarderà i dirigenti (che hanno già rinunciato a tre mesi di salario), ai quali addirittura sono state messe davanti due alternative da parte della società che ha impellente bisogno di ridurre le uscite di cassa: corposa sforbiciata agli emolumenti oppure le dimissioni. Nel corso di questi mesi già diversi manager hanno lasciato; i più clamorosi, Roberto Fedeli ed Amedeo Felisa (ora entrambi in Aston Martin), tra i più quotati del settore, annunciati solo pochi mesi fa come stelle di quella che aveva l’ambizione di essere una nuova galassia della Motor Valley. Lo stesso Lamorte avrebbe infine intensificato i contatti con Jonathan Krane, presidente di Silk-Faw. Un ultimatum nell’ultimatum: servono garanzie e soldi entro una settimana, da portare all’incontro con la Regione. Ma tutto ciò potrebbe non bastare. I 17 dipendenti che, settimane fa, avevano minacciato tramite una lettera la richiesta di messa in mora della società potrebbero procedere nei prossimi giorni. Alcuni di loro si sono già dimessi e starebbero preparando un’ingiunzione di pagamento per ottemperare agli stipendi. Un documento che potrebbe rappresentare il game over definitivo per l’azienda. Bandiera nera prima ancora che quella a scacchi...