Rubiera (Reggio Emilia), 20 dicembre 2024 – Gian Luca Sghedoni, torna in pista...
"Sono felice come un bambino, finalmente ho la mia azienda. Torno a fare ciò che ho sempre sognato: l’imprenditore".
Perché ha comprato Litokol?
"Era già nei miei radar 12-13 anni fa quando ero in Kerakoll, perché ha delle tecnologie produttive interessanti e uniche a livello internazionale".
E dopo quattro anni dal suo divorzio con Kerakoll, se ne è ricordato...
"Esatto e non mi sono sbagliato. Ora confermo quell’intuzione con le ottime sensazioni che ho. C’è un’ottima base da cui partire: tecnologica, know how, ricerca e sviluppo, ma soprattutto capitale umano. Un mix difficile da trovare al giorno d’oggi".
Sembra quasi una stoccata alla sua azienda di famiglia. Di fatto ora siete competitori, c’è voglia di rivalsa?
"Nessuna. Sono così di carattere. Per me c’è un prima e un dopo: ora esiste solo Litokol, è la mia nuova casa e mi sento in famiglia anche perché i miei figli mi hanno seguito. Poi sì, c’è l’ambizione personale di riuscire ad avere successo due volte nello stesso settore. È più una sfida con me stesso".
La sua famiglia che le ha detto?
"Mia madre è contentissima. Ma la mamma è sempre la mamma".
E i suoi fratelli?
"Non mi hanno scritto, ma magari ancora non lo sanno dato che la notizia è fresca. Aspettiamo...".
A suo padre Romano cosa direbbe?
"Buon Natale (ride, ndr)".
Non ha digerito il suo addio?
"La mia è stata una scelta di coerenza. C’era una regola sacrosanta in Kerakoll: la meritocrazia. I più bravi, a prescindere dal nome, venivano premiati. Quando l’azienda ha disatteso tutto ciò, ci sono rimasto male. Ma bisogna avere il coraggio di lasciarsi".
E la vicenda giudiziaria dove lei è presunta vittima di una ‘spy story’?
"La giustizia farà il suo corso, sono sereno e concentrato sulla Litokol".
Cos’ha fatto nei 4 anni ‘sabbatici’?
"Ho studiato, ma sempre mantenendo i contatti coi fornitori. Ho investito in una startup olandese che tratta nuove materie prime per strutture in calcestruzzo. Insomma, arrivo in Litokol coi compiti a casa già fatti...".
Su cosa punterete?
"Gentilezza, etica e le persone. Mi piace la definizione di intelligenza artigianale. La tecnologia è fondamentale, ma la macchina perfetta è sempre l’uomo. In trent’anni di carriera ho fatto 2.500 colloqui. Abbiamo già assunto venti nuove persone e almeno altrettante saranno nel 2025. A loro darò libertà di osare e sbagliare".
A lei Kerakoll deve il ’Green Lab’, il centro di ricerca e sviluppo dal design – sua grande passione – modello astronave. Lo replicherà?
"Nel nostro ’Villaggio Litokol’ c’è già un centro di ricerca e sviluppo, anzi di ’creatività scientifica’. Abbiamo stanziato 4 milioni per migliorare impianti, linee e potenziare il ciclo su tutti i fronti. Inizieremo un ampliamento importante dove al centro ci saranno chimici di laboratorio con attrezzature all’avanguardia sulla scienza dei materiali. E nella riprogettazione ci sarà spazio per l’architettura, purché vada a braccetto con ambiente e responsabilità sociale verso il territorio".
Il suo primo progetto?
"A inizio 2025 lanceremo sul mercato europeo una nuova generazione di gel adesivi per la posa ceramica, una pietra miliare di prodotti inesplorati con un utilizzo esclusivo dei quarzi per esempio. Vogliamo distinguerci nel settore con innovazione ed essere qualcosa che ancora non esiste".