Carpi (Modena), 21 novembre 2024 – Il caso della mostra ‘Gratia Plena’ di Carpi, a più riprese additata per “blasfemia”, approda ora in un’aula di tribunale. A gennaio, infatti, si discuterà se archiviare o meno. Secondo la procura si trattò di opere riconducibili all’attività di un artista. Nessun elemento, dunque, a sostegno dell’accusa nei confronti degli indagati, tra cui l’arcivescovo di Modena, iscritti sul fascicolo con l’ipotesi di reato di vilipendio alla religione cattolica. Alla richiesta di archiviazione, però, si è opposto l’avvocato Francesco Minutillo, che assiste i “numerosi fedeli che hanno presentato l’esposto”.
Il Gip Andrea Scarpa ha fissato per il prossimo 20 gennaio l’udienza di opposizione alla richiesta di archiviazione, presentata dalla procura di Modena. Il fascicolo, per presunte offese ad una confessione religiosa, fu aperto dopo gli esposti presentati contro la mostra di Andrea Saltini, allestita nella chiesa di Sant’Ignazio, sede del museo diocesano di Carpi.
Gli indagati sono l’arcivescovo Erio Castellucci appunto, lo stesso artista Saltini e i curatori della mostra don Carlo Bellini e Cristina Muccioli. Sulla mostra di Saltini si era scatenata la polemica, in particolare dopo l’esposizione dell’opera “Inri - San Longino”, che raffigurava un uomo chinato sul corpo di Gesù. Secondo i detrattori, l’intento era raffigurare un atto sessuale.
La diocesi aveva sempre preso le parti dell’artista ma l’avvocato forlivese Francesco Minutillo aveva presentato un esposto in procura a Modena a carico di mons. Castellucci e dei suoi collaboratori “per vilipendio alla religione cattolica, bestemmia ed esposizione di immagini blasfeme in un luogo sacro”.
“Sarà finalmente possibile discutere davanti a un giudice – afferma l’avvocato Minutillo – e far emergere la verità sui contenuti blasfemi della mostra tenutasi nella chiesa di Carpi. La procura ha condotto un’indagine che riteniamo insufficiente e, per questo, abbiamo richiesto numerosi approfondimenti, tra cui l’audizione di monsignor Francesco Cavina, del giornalista Andrea Zambrano (che sollevò il caso) e di monsignor Ermenegildo Manicardi. Inoltre, abbiamo chiesto di acquisire gli atti relativi all’aggressione all’artista Saltini e al danneggiamento della tela, avvenuti il 28 marzo scorso, fatti che all’epoca suscitarono un ampio clamore mediatico. È necessario capire che fine abbia fatto quell’indagine”.
L’artista, infatti, il 28 marzo scorso era stato accoltellato e ferito da uno sconosciuto che entrò in chiesa con una parrucca in testa. Minutillo contesta le motivazioni addotte dalla Procura per richiedere l’archiviazione, definendole “giuridicamente inconsistenti e talvolta surreali”.
La procura ‘movitò’ la richiesta di archiviazione parlando di “opere riconducibili all’attività di un artista, frutto di una propria elaborazione che, condivisibile o meno, risulta libera manifestazione del pensiero, peraltro suscettibile di diverse interpretazioni da parte del fruitore delle opere e non già espressione di un gratuito disprezzo verso la confessione religiosa”.