Reggio Emilia, 1 settembre 2024 – Dove tutto è cominciato, anni fa, il Marabù ha riacceso i fari per una notte magica, fatta di ricordi e nuove emozioni, sulle atmosfere anni ’80 e ’90, in uno spettacolo di luci, clacson, suoni, ritmi, balli e fuochi d’artificio. Erano seimila e duecento le persone che si sono alternate sabato sera, 31 agosto, dalle 18 all’1 di notte, nel piazzale del mitico locale reggiano.
A chiusura del Tour estate 2024, il Marabù è tornato a casa con la musica più amata da sempre da tante generazioni. E come ai tempi d’oro della disco music, ha richiamato una folla di persone animate dalla voglia di stare insieme e divertirsi. “Ho fatto le più belle sfilate al Marabù - ricorda Mirella, in pista con le amiche sulle note di ‘Comanchero’ -, ho vinto per tre volte la coppa, poi qui ho trovato il mio amore. Per me il Marabù è il massimo, è stato e continua a essere una cosa meravigliosa”.
Tra le auto e moto d’epoca ci sono Corrado, Antonio, Cinzia e Paola con la loro Fiat 128: “Siamo cresciuti con il Marabù - sottolinea Corrado -, questa serata ci ricorda tempi bellissimi, la gioventù, il divertimento. Ho ricomprato la stessa auto con cui venivamo a ballare”. Tany e la figlia Annalisa sono arrivate con la loro Ford Tanus del 1978: “Ho sentito delle gran storie dai miei suoceri su questo posto - racconta Annalisa -, si sono conosciuti qui”. C’è anche chi è venuto dall’Appennino, come Davide: "Sono qui per rivivere i vecchi tempi gloriosi e mettere in mostra la macchina simbolo delle discoteche anni ’70, la Citroën DS Pallas, anche se allora si ‘scroccavano’ dei passaggi”. “I nostri genitori venivano al Marabù - dice Massimo con i suoi amici -, volevamo vedere la serata che c’era anni fa”. Angelica e Olga venivano qui a ballare: “È stato una leggenda, peccato sia l’ultima serata, non potevamo perdercela”. “Venivo qui quando l’hanno aperto, da ventenne - evidenzia Rodolfo con Antonella -, era il nostro divertimento del sabato sera”.
Per Francesco, Antonio, Emiliano, Elisa, Simona e Sara, che ci venivano negli anni ’90, è “una festa commovente, però, forse di proposito, ci sono pochi bar”. Non poteva mancare il gelataio mobile ‘Adriano’, che girava per la bassa e richiamava i bambini suonando la campanella. “Sono il figlio di Adriano - rivela Mauro -, fu mio nonno a fondare la gelateria a Cadè ai primi del ‘900». Per tutta la notte una grande folla si è riversata a ridosso del palco per ballare, come anche al momento dell’esibizione della band «Artisti Italiani», che ha proposto un vecchio brano e lanciato il nuovo singolo. Si è vista una processione continua fino alla fine anche al ‘muro dei ricordi’. "È stato bellissimo - commenta l’organizzatore Lauro Bonacini, anche a nome del socio Andrea Gasparini e di tutto lo staff -, il muro, l’arrivo delle moto e auto d’epoca, l’atmosfera di affetto e amicizia. Continuo a ricevere messaggi di ringraziamento, ma siamo noi a ringraziare tutti. Si è realizzato il nostro sogno”.