FRANCESCA CHILLONI
Cronaca

Volantino-choc a scuola a Reggio Emilia, la prof: "Li sprono ad avere senso critico"

L ’insegnante del Liceo Moro finita nella bufera per messaggi complottisti e negazionisti della Resistenza. Lei si difende: "Non è vero, io insegno il valore del 25 Aprile. Ma bisogna ragionare con la propria testa"

Volantino choc fuori scuola: la versione dell'insegnante

Volantino choc fuori scuola: la versione dell'insegnante

Reggio Emilia, 7 giugno 2024 – «Ho solo inteso sollecitare i miei studenti di quinta ad avere senso critico e analizzare senza pregiudizi i fatti per capire la realtà in cui vivono. In modo provocatorio ho scelto due esempi: una foto d’epoca, apparentemente vera, e l’Agenda 2030, che ci viene proposta come un dogma".

È stupita per il clamore sollevato da quei due fogli distribuiti in classe, la professoressa di Lettere del liceo Aldo Moro di Reggio al centro di un caso di presunto revisionismo storico e "complottismo". Mentre il dirigente scolastico Daniele Cenini sta svolgendo approfondimenti per accertare quanto sia realmente accaduto e l’Ufficio scolastico provinciale attende l’esito dell’indagine interna per esprimersi, lei si difende dicendo di non aver mai voluto negare la Resistenza o di essere contraria all’Agenda 2030. Ben 36 anni di onorato servizio negli Istituti superiori reggiani e vicina alla pensione, la docente parla della "necessità di insegnare ai giovani a ragionare con la propria testa e non ritenere che l’opinione della maggioranza sia necessariamente la verità. Il mio era un messaggio ed un augurio nell’ultimo giorno di scuola per il loro futuro: ad essere vigili e pensare con la propria testa. Se Galileo si fosse accontentato dell’opinione corrente e non l’avesse messa in dubbio, saremmo ancora al geocentrismo di Tolomeo. Loro mi conoscono bene. E infatti non si sono stupiti o hanno sollevato obiezioni. Per capire il senso di quelle fotocopie, bisogna contestualizzarle".

La fotocopia relativa alla Liberazione riporta una vecchia immagine di tre donne della Resistenza e la scritta: "Partigiane ne abbiamo? No, pare proprio di no, e allora che si fa? Si prendono tre tizie e le si arma per fare la foto. Ma i partigiani, come diceva Albertazzi (noto repubblichino, ndr ), di solito si vedono di schiena e queste le vediamo di fronte. La prima ha un fucile forse un po’ troppo lubrificato e perciò ha un fazzoletto o forse un giornale per non sporcarsi il vestito della festa. Quella al centro, non sapendo come impugnarlo, decide di trascinare il fucile come un ombrello; quella sulla sinistra punta con cipiglio guerresco, peccato che il fucile è rovesciato… Bella foto che conferma una Resistenza nata dopo l’8 settembre 1943 pagata dagli Alleati ed inventata come questa foto".

Quella sull’Agenda 2030 dell’Onu ne mostra in sintesi i nobili obiettivi, ma anche la lettura fortemente critica sui sistemi di attuazione che ne danno ad esempio il partito 3V e i gruppi no-vax. La donna parla con cautela e vorrebbe evitare clamori "per non turbare la serenità dei ragazzi che si apprestano ad affrontare l’esame di maturità". Nel merito, afferma: "Non ho mai messo in discussione la Resistenza; ogni anno spiego ai miei studenti il significato del 25 Aprile e del 2 Giugno; accompagno classi ad Auschwitz e Terezin. Il volantino è sì provocatorio, ma non ho mai affermato che non esistessero partigiane o staffette, ma solo che non venivano ritratte per una questione di genere. Poi, dopo la Liberazione, ci si è accorti che bisognava parlare del ruolo delle donne e sono stati realizzati scatti ambigui come quello del volantino. Quei miei studenti mi conoscono da 3 anni, hanno capito benissimo il contesto. La stessa cosa per l’Agenda 2030: chi può non dirsi a favore della pace o della lotta alla fame del mondo? Ma oltre gli slogan dobbiamo capire con quali mezzi in concreto questi obiettivi vengono perseguiti. Solo la religione pone verità dogmatiche che chi ha fede accetta".