Maltrattamenti e minacce, violenza sessuale, atti persecutori e lesioni, violenza domestica… Il ‘codice rosso’ quest’anno è scattato 160 volte davanti alle denunce di donne alla polizia di Stato. Un dato molto rilevante, che riguarda prevalentemente la città, a cui vanno aggiunte le denunce presentate ai carabinieri. È emerso dalla relazione del dirigente della Squadra Mobile, Andrea Napoli, presentata giovedì sera in Questura al convegno ‘Dinamiche violente nei rapporti di coppia’, promosso con Rotary e Fondazione Manodori. In sala anche due donne colpite dal femminicidio delle figlie: Giuliana Reggio, mamma di Jessica Filianti, e la madre di Juana Cecilia Hazana, Dina Loayza. Quest’ultima, nonna a tempo pieno del piccolo orfano Alessandro, ha dato una sofferta testimonianza: "Io devo stare bene per lui, anche se penso sempre a mia figlia e il dolore è grande. Tutte le donne, se trovano l’uomo sbagliato, non abbiano vergogna a parlare con gli amici, la famiglia. Non bisogna aver paura alzare la voce per denunciare". Tra gli interventi quelli del procuratore capo Gaetano Calogero Paci e del questore Giuseppe Maggese.
Tre le ‘P’ della lotta alla violenza sono state indicate dalla dirigente dell’Anticrimine Eleonora Nicolì: prevenzione, protezione delle vittime, perseguire i colpevoli. Tra gli strumenti innovativi, importantissimo è l’ammonimento del Questore che, come autorità di pubblica sicurezza, può prendere provvedimenti amministrativi rapidi anche in assenza di procedimento penale se le forze dell’ordine sono informate dalla vittima di abusi come stalking e revenge porn, o vengono a conoscenza (in modo diretto, o da sanitari, assistenti sociali ecc) di violenza domestica, percosse… Dopo l’Intimazione, se l’uomo non smette le sue condotte e non fa un percorso di cura, i reati verranno puniti in forma aggravata. Gli ammonimenti sono stati 18 nel 2020, 35 quest’anno (19 per stalking); le recidive 3 l’anno scorso, zero nel 2024. Notevoli anche i dati sul Codice Rosso. Per stalking si è passati dai 108 del 2021, ai 114 del 2023, ai 42 dei primo semestre 2024. Negli stessi periodi, le violenze sessuali sono state rispettivamente 62, 59, e 36; i maltrattamenti in famiglia 149, 152, e 92. "Se la vittima non percepisce la nostra protezione, va via e non torna. E per noi è una sconfitta".
La denuncia avviene spesso davanti ad un atto di violenza fisica fuori scala, ma è la punta dell’iceberg: scavando emergono sofferenze difficili da raccontare, insulti quotidiani. Emerge la violenza dell’uomo che sminuisce costantemente la compagna, demolendone l’autostima, isolandola dal contesto sociale, dal lavoro, togliendole ogni autonomia. "Ma dove è la famiglia? Dove gli amici? Non possono non vedere. Anche le vessazioni vanno denunciate: siamo pronti ad intervenire".