Reggio Emilia, 3 febbraio 2022 - Ci sono minorenni che risultano indagati per reati particolarmente esecrabili nei confronti di coetanei – e coetanee – e ce ne sono altri che meritoriamente contribuiscono a sventarli quel tipo di reati e che contribuiscono a fornire un aiuto concreto e decisivo per arrivare a scoprire i responsabili.
E’ quanto successo lo scorso 27 gennaio, quando, ancora una volta, in un quadro di comportamenti abietti che devono necessariamente interrogare tutti, una quattordicenne è stata vittima di una serie di approcci a sfondo sessuale da parte di un venticinquenne, residente a Reggio, e ‘titolare’ dello status di profugo. Teatro di questo tentativo di abuso è stato il treno della linea Reggio-San Polo. All’esito dell’attività investigativa svolta dai carabinieri della stazione di San Polo, coadiuvati da quelli del Comando Provinciale di Reggio, è scattata la denuncia per il suddetto venticinquenne, attualmente indagato per i reati di violenza sessuale aggravata commessa in danno di una persona minore di età, atti osceni in luogo pubblico alla presenza di minorenni e tentata cessione di stupefacente. I fatti. ‘Il viaggio del terrore’, come è stato definito dagli stessi investigatori che hanno preso in carico le indagini sull’accaduto, per questa ragazzina 14enne si è svolto nel pomeriggio del 27 gennaio, dopo essere salita sul treno alla stazione di Reggio, in direzione San Polo. Un vagone poco affollato, ed il profugo si avvicina alla ragazzina, e senza attendere troppo, inizia a rivolgerle attenzioni un po’ troppo pesanti. La reazione della ragazzina è stata pronta ed intelligente, respinge le ‘avanches’ e contestualmente scrive un messaggio tramite l’applicativo Whatsapp alla mamma descrivendole ciò che stava accadendo; stessa segnalazione anche al ‘fidanzatino’. La risposta è stata unanime: "Allontanati da lì e cerca immediatamente aiuto". Il problema è che il venticinquenne tutt’altro che ‘vinto’, si era seduto di fianco a lei, impedendole, sostanzialmente, ogni possibile via di uscita. Da lì, gli approcci pesanti si fanno vere e proprie ipotesi di reato: tenta di abbassarle la mascherina per baciarla, ma la ragazzina resiste, si rialza la mascherina e lo respinge. Lui alza il livello offrendole della droga – precisamente della marijuana – che teneva debitamente nascosta nei suoi slip. Il giovane ’salvatore’. Questi atti, sono stati tutti compiuti sotto gli occhi di un quindicenne, seduto pure lui all’interno del medesimo vagone. Il quale, inizialmente, ha ripreso col suo smartphone la scena in cui venivano immortalati quei momenti terribili per la ragazzina. Non solo, dopo aver ripreso e fotografato quanto stava accadendo, il giovanissimo testimone ha trovato la forza di sfidare l’uomo andando in soccorso della vittima, terrorizzata e tremante. Lo ’sfida’ e lo convice ad andare in un altro vagone. Così, in una tranquillità da lasciare di stucco, il venticinquenne si alza e scende dal treno alla prima fermata possibile. Non prima, però, di aver salutato con tranquillità la quattordicenne e averle lasciato il numero di telefono. La denuncia. Una volta scesa alla stazione di San Polo, ad attendere la ragazza in lacrime c’era la mamma. Dopo averla tranquillizzata e rassicurata, le due sono andate alla stazione dei carabinieri di San Polo a sporgere denuncia. Le indagini, sono iniziate immediatamente. Sono state raccolte le dichiarazioni della giovane vittima e del quindicenne testimone. Non solo, sono state acquisite le immagini e le fotografie scattate dal ragazzo che sono state successivamente incrociate con le videocamere di sorveglianza delle stazioni di Reggio e San Polo. L’autore degli abusi a sfondo sessuale è stato individuato poco dopo e riconosciuto da vittima e testimone. Da qui, immediata, la denuncia alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio, che sta svolgendo le indagini preliminari per arrivare a far piena luce sull’accaduto.