Reggio Emilia, 21 novembre 2024 – Il posturologo Carlo Robuschi si trova di nuovo a processo, questa volta a Reggio, chiamato a rispondere del reato di violenza sessuale verso una donna che oggi ha 50 anni: gli si contesta un episodio, datato 2021, in cui lui le avrebbe sfiorato le parti intime durante i messaggi. L’imputato, 63 anni, si trova già detenuto in carcere da giugno per un’altra vicenda dello stesso tenore per la quale è stato condannato in via definitiva. Era stato emesso un verdetto di 6 anni e mezzo, per violenza sessuale ai danni di una ventenne: la sentenza del febbraio 2022 pronunciata dal tribunale di Parma, è stata confermata in Appello e poi in Cassazione. Per tre mesi lui era risultato irreperibile, poi era stato arrestato in giugno dai carabinieri di Piacenza e Parma, e portato in carcere.
I fatti erano avvenuti nel suo studio reggiano e poi in quello di Parma; la ragazza aveva poi sporto denuncia nella questura della nostra città. Tra questa vicenda e quella approdata ora davanti al collegio dei giudici presieduto dal Cristina Beretti, a latere Giovanni Ghini e Silvia Semprini, vi è un collegamento. La 50enne scoprì infatti su internet la vicenda della 20enne e contattò la madre della giovane. Poi venne ascoltata dal pubblico ministero di Parma, a cui riferì l’accaduto.
Lei disse al pm che non intendeva sporgere denuncia, ma poi Robuschi le chiese i danni per diffamazione e la donna a quel punto si decise a formalizzare la querela. Nel caso reggiano, datato 2021, nell’ultima delle quattro sedute che lei ebbe con il fisioterapista, durante un massaggio, mentre lei aveva gli occhi chiusi, lui l’avrebbe sfiorata nelle parti intime. La donna, costituita parte civile attraverso l’avvocato Samuela Frigeri, è stata ascoltata ieri protetta da un paravento. Rispondendo nel finale alle domande dell’avvocato codifensore Mario L’Insalata, ha descritto un episodio in cui Robuschi, posizionato alle sue spalle, faceva un massaggio passando con le mani in mezzo allo sterno arrivando sotto il reggiseno fino all’ombelico.
“Lui non toccò il seno. Io abbassai il reggiseno per evitare che si rompesse. Ero sdraiata e mi chiese di creare un’onda col bacino, mi diceva che dovevo muoverlo perché altrimenti non si sbloccava. Disse: “Avrai capito che mi piaci molto, quando sarai pronta per accogliermi ci sono“”. “Ero sdraiata, mi sono poi seduta sul reggiseno e lui mi disse se gli davo un abbraccio, che io gli diedi” ha aggiunto. Il posturologo “nei nostri incontri si comportò in modo gentile – ha detto –. C’era un rapporto di fiducia, forse troppo amichevole visti i messaggi che mi inviò”.
“Avevo i leggins – ha detto raccontando un altro episodio –. Mi stava manipolando una gamba e per un attimo passò di li. Io lo sentii come uno sfioramento accidentale”. Il pubblico ministero Denise Panoutsopoulos ha depositato ieri screenshot di messaggi e di spostamenti relativi alla data del 22 giugno. L’avvocato codifensore Lucio Di Palma le ha chiesto di puntualizzare alcune dichiarazioni da lei rese al pm di Parma nel novembre 2021. Ha poi detto di aver raccontato i fatti alla sorella, al marito, all’estetista, a un amico infanzia e anche all’allora maresciallo di Albinea: “Lui mi disse che sarebbe stato un processo difficile e che bisognava sentirserla, perché la mia parola era contro la sua”. La donna ha aspettato a sporgere denuncia: “Ero molto indecisa, stavo male e si prospettava una cosa difficile. Come in effetti è”.