Reggio Emilia, 27 marzo 2022 - Un altro caso di presunta violenza sessuale che affiora dal palazzo di giustizia di via Paterlini. Vittima una ragazza di circa vent’anni. A finire sotto indagine, è invece un uomo sulla quarantina.
I fatti. Secondo una sommaria ricostruzione dei fatti, la vicenda si colloca temporalmente alla fine di settembre del 2021. Quando, nella zona di via Roma, in pieno centro a Reggio, una ventina di ragazzi, sui vent’anni, organizzano una festa in casa. Durante l’evento, nell’incedere tra un ballo e un bicchiere, sarebbe comparso anche un quarantenne assieme ai suoi amici.
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Qui, per ragioni che sono al vaglio dei carabinieri coordinati dal sostituto procuratore della Repubblica, Valentina Salvi, il quarantenne avrebbe afferrato per un braccio la ventenne e l’avrebbe - forzosamente - accompagnata in bagno. Avrebbe chiuso la porta a chiave, l’avrebbe costretta ad appoggiarsi al lavandino sottoponendola ad un rapporto sessuale contro la sua volontà.
La ragazza, sofferente e, comprensibilmente, sotto choc, il giorno dopo è andata al Pronto Soccorso, e, all’esito della visita cui è stata sottoposta, ha sporto denuncia alle forze dell’ordine. I carabinieri avrebbero sentito tutti i partecipanti alla festa come persone informate sui fatti, ma tutti avrebbero ammesso di non essersi accorti di nulla. E’ stato sentito anche il quarantenne, a piede libero, il quale avrebbe sostenuto che il rapporto sia stato consenziente. Agli atti ci sarebbero anche un paio di foto della festa scattate e postate sui social. La Procura sta procedendo per violenza sessuale.
L’incidente probatorio. Venerdì, si è tenuto l’incidente probatorio della ragazza. Davanti al Gip Luca Ramponi, la vittima della presunta violenza, ha raccontato la sua versione dei fatti che è stata cristallizzata, facendo, così, piena prova in un possibile dibattimento. Gli atti sono poi tornati alla Procura. La ragazza è difesa dall’avvocato Federica Riccò del foro di Reggio, che in questo particolare fase preferisce astenersi dal fare dichiarazioni. L’indagato è assistito dall’avvocato Vainer Burani che si limita ad affermare che: "E’ presto. Siamo ancora in una fase preliminare dell’indagine".