YLENIA ROCCO
Cronaca

Villa Seta ancora nel fango . Il bar offre pranzi agli sfollati: "Dormiamo da giorni fuori casa"

In via Ponte Forca nonostante le precipitazioni i cittadini hanno continuato a ripulire le abitazioni "Vogliamo tornare nelle nostre abitazioni. Speriamo non ci siano altre ondate di maltempo".

Villa Seta ancora nel fango . Il bar offre pranzi agli sfollati: "Dormiamo da giorni fuori casa"

In via Ponte Forca nonostante le precipitazioni i cittadini hanno continuato a ripulire le abitazioni "Vogliamo tornare nelle nostre abitazioni. Speriamo non ci siano altre ondate di maltempo".

Le gocce d’acqua cadono una dopo l’altra, bagnando ancora l’asfalto e allagando i campi di Villa Seta, frazione di Cadelbosco.

"Sembra una zona di guerra", ha le galosce ai piedi e una scopa in mano Vittorio Manzotti. Nonostante la fitta pioggia di ieri, che ha continuato a flagellare la bassa reggiana, sta provando a ripulire la sua abitazione dal fango. "Sono già tre notti che non dormo a casa – dice –, forse stasera (ieri, ndr) potrei tornare a dormirci, perché il secondo piano è al momento è agibile. Per fortuna ho pututo contare sul supporto di alcuni amici che mi hanno ospitato a Villa Argine".

In un angolo del suo cortile, al civico 121 di via Ponte Forca, ha accumulato scarpe, libri, cibo per gatti, tappeti e una stufa; sono alcuni degli oggetti che ha perso, gli altri sono ancora sommersi.

"Da domenica il livello dell’acqua si è abbassato e questo ci fa ben sperare nonostante il temporale di oggi. Ci hanno detto di non preoccuparci e speriamo sia così".

È un susseguirsi di case vuote, cortili allagati, e oggetti di vita infangati e accatastati.

"Ho vissuto l’alluvione del ’69, certe cose non mi stupiscono più; neppure che nessuna autorità sia a Villa Seta oggi". Manzotti fa riferimento al centro di accoglienza istituito a Cadelbosco: "Perché in questa frazione non è stato aperto un punto di ritrovo per chi come me e tanti altri in una sola notte ha perso tutto? Noi ci stiamo autogestendo. È una macchina solidare tra privati, che con i propri mezzi cercano di svuotare le abitazioni da questo fiume di acqua". Un bar poco più avanti "ha organizzato e offerto i pranzi ai residenti sfollati", riferisce.

Proprio davanti al locale, seduto su una sedia, c’è Kadisi Luan. "Stiamo aspettando le pompe per la rimozione dell’acqua. Dovevano arrivare a mezzogiorno – precisa –, ma non si è visto nessuno. Nel frattempo la nostra casa è inagibile: non riusciamo a entrare perché la porta d’ingresso è completamente coperta". La pioggia non dà tregua ma Luan ci tiene a mostrarci la sua villa. La indica: "È il sacrificio di una vita, di ore e ore di mani sporche e duro lavoro". Si guarda attorno: "Chi ce li ripagherà i danni?" È arrabbiato: "Oggi aspettavamo il Prefetto ma nessuno l’ha visto, eppure siamo stati qui tutta la mattina. Siamo una frazione abbandonata nel fango".

In questi giorni "abbiamo trovato ospitalità dalla cugina di mia moglie a Cadelbosco Sotto, Siamo stati fortunati ma non sappiamo fino a quando questa sarà la nostra condizone". E per questo sono stati costretti a prendersi qualche giorno di ferie: "Andare a lavorare è impossibile ora – conclude la moglie –. L’altro giorno siamo andati fino a Reggio solo per comprare un paio di galosce poiché qui erano esaurite ovunque".

Intanto si preannunciano cieli coperti e piogge fino a domenica. Ma la speranza dei cittiadini è che invece "sia davvero finita così".