Via alle ruspe. Cella, il sovrappasso viene abbattuto tra gli applausi

Potenti ganasce hanno demolito il vecchio ponte di legno e metallo. Una piccola folla ha assistito ai lavori, presente anche il sindaco Massari.

Via alle ruspe. Cella, il sovrappasso viene abbattuto tra gli applausi

Potenti ganasce hanno demolito il vecchio ponte di legno e metallo. Una piccola folla ha assistito ai lavori, presente anche il sindaco Massari.

Il Monumento allo Spreco non c’è più. Un applauso scrosciante e grida di sorpresa hanno salutato attorno alle ore 10 di ieri il crollo del sovrappasso sulla Via Emilia a Villa Cella, aggredito dai "becchi" di tre potenti ruspe. I residenti della frazione e tanti curiosi si sono assiepati dietro le transenne per tutto il giorno per assistere alla demolizione del ponte, costruito 24 anni fa con una spesa di 700mila euro e di fatto mai utilizzato dagli abitanti. C’era tra molti il piacere infantile di vedere il sovrapasso d’acciaio sbriciolarsi come un manufatto in Lego; in altri prevaleva il pensiero dei soldi pubblici gettati via; altri ancora hanno assistito con un senso di liberazione all’impeccabile lavoro delle maestranze della ditta Fontanili.

Tra gli spettatori anche il sindaco Marco Massari e l’assessora alla Mobilità Carlotta Bonvicini. Lungo la via Emilia si sono formate lunghe code: conducenti che incuranti dei cartelli che indicavano il cantiere e strade alternative. A metà pomeriggio comunque in centro a Cella rimaneva solo un ammasso di legno e ferro, pronto per essere rimosso e smaltito.

"Un cambio di passo che segna anche un cambio profondo nella mentalità - commenta Elena Mazzoni, coordinatrice M5s Reggio –. Il mostro di Cella, fallito miseramente l’obiettivo di proteggere gli attraversamenti pedonali, ha rappresentato per decenni un’offesa alla vista e al buon senso". La demolizione viene percepita come la speranza di una nuova era, con la giunta Massari che si è impegnata a realizzate al posto dell’Ecomostro attraversamenti protetti con isole pedonali, ben illuminati, e un semaforo sulla Ss9. In agenda anche la riqualificazione della piazzetta a sud, che fu sacrificata per elevare uno dei piloni e le scale mobili. Resta impellente il bisogno di iniziare la progettazione della Via Emilia Bis, variante non ancora finanziata dallo Stato, l’unica vera soluzione ai problemi di sicurezza e inquinamento provocati dal transito di quasi 9 milioni di veicoli all’anno.

Francesca Chilloni