Reggio Emilia, 29 agosto 2024 - Il servizio veterinario dell’Ausl Irccs (Azienda unità sanitaria locale – Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico) di Reggio Emilia informa i consumatori che è in atto sul territorio nazionale il richiamo di alcuni lotti di uova fresche per possibile contaminazione da Salmonella.
Il Ministero della salute nelle ultime 24 ore ha pubblicato sul sito le informazioni fornite dai vari produttori sui lotti di uova fresche e i marchi commerciali coinvolti.
Quali sono i lotti di uova ritirati
In ambito provinciale, le uova fresche interessate sono state prodotte da Cascina Italia spa (codice IT016064, lotti 4679409926 e 4736619926) e sono state commercializzate da una grande catena di distribuzione che si è subita attivata per il ritiro e il richiamo dei prodotti. I consumatori eventualmente in possesso dei lotti di uova richiamati possono restituirli direttamente al punto vendita.
Che cos’è la salmonella
La Salmonella sierotipo Enteriditis è stata isolata nell’allevamento di galline ovaiole dai servizi veterinari dell’Agenzia di tutela della salute (ATS) Lombardia, durante i periodici controlli. Si tratta di un batterio che può contaminare le uova come pure altri prodotti alimentari.
Quali sono i sintomi
I sintomi della salmonellosi compaiono tra le 6 e le 72 ore dal consumo di prodotti contaminati e si manifesta con sintomi quali: nausea, dolori addominali, diarrea, febbre e vomito. I bambini, gli anziani e le persone immuno-compromesse, sono le categorie di consumatori a maggior rischio di sviluppare la malattia.
Cosa fare per prevenire la malattia
Per prevenire la diffusione di questa malattia trasmissibile con gli alimenti, già da diversi anni nella Regione Emilia Romagna è vigente l’ordinanza di divieto di somministrazione di prodotti alimentari contenenti uova crude, nelle strutture che ospitano categorie a rischio (bambini di età inferiore ai 3 anni, donne in gravidanza, anziani, immunodepressi). I piccoli produttori (fino a 50 galline) possono vendere le uova fresche direttamente al consumatore finale solo dopo aver ottenuto la registrazione e l’attribuzione del codice aziendale presso il servizio veterinario dell’Ausl come “produttori familiari”.
Questi piccoli produttori possono vendere le uova direttamente nella propria azienda agricola, in un mercato locale oppure porta a porta nel raggio di 10 chilometri dall’allevamento. Nella vendita diretta le uova non hanno alcuna stampigliatura sul guscio, è sufficiente che il nome, l’indirizzo del produttore e il codice aziendale siano indicati su cartello al momento della vendita o comunicati all’acquirente nel caso di vendita porta a porta.
I produttori con più di 50 galline ovaiole e meno di 250, oltre a rispettare i requisiti di cui al punto precedente, devono stampigliare sulle uova il codice di registrazione dell’allevamento.
Sul fronte della commercializzazione al dettaglio o all’ingrosso, invece, le uova fresche devono provenire da un centro d’imballaggio e sono presentate al consumatore pre-imballate. Sulle confezioni è riportato il numero di uova, la categoria di qualità (fresche – extra o extra fresche), la categoria di peso, tipologia di allevamento (0 produzione biologica - 1 all’aperto - 2 a terra – 3 in gabbia), codice e sede del centro d’imballaggio, termine minimo di conservazione (Tmc), un’indicazione che raccomandi ai consumatori di tenere le uova al fresco dopo l’acquisto.
Il codice dell’allevamento, la sigla della tipologia di allevamento e il Tmc sono stampigliati sul guscio.
La dicitura extra o extra fresche è utilizzata come indicazione supplementare della qualità, queste uova recano la data di deposizione e mantengono questa qualità fino al nono giorno successivo alla data di deposizione.