L’Unione Europea? "Una figata" per Stefano Cavedagna, esponente di Fratelli d’Italia ed eurodeputato del gruppo “Conservatori e riformisti” di Strasburgo. Mentre Elisabetta Gualmini, rappresentante del Pd al suo secondo mandato con i “Socialisti e democratici” del Parlamento europeo, la definisce "una casa di democrazia".
Lo hanno detto nel confronto che si è svolto ieri mattina al “laboratorio aperto” dei Chiostri di San Pietro, davanti ad un’ottantina di studenti delle classi terza, quarta e quinta dell’istituto tecnico Scaruffi-Levi Tricolore. Ad organizzare l’appuntamento sono la Provincia di Parma e l’Unione delle Province italiane (Upi) nell’ambito di un progetto che, a partire dal nome, intende collegare la via Emilia a “1, Avenue Schuman”, l’indirizzo della Commissione europea a Bruxelles, nella strada intitolata ad uno dei padri fondatori della Ue.
Si tratta nello specifico di un ciclo di incontri in cui, a raccontare ai ragazzi che cosa fanno le istituzioni comunitarie e perché siano tutt’altro che distanti dalle loro vite, è la viva voce degli eurodeputati del territorio. Nella seconda tappa dell’iniziativa, realizzata in collaborazione con la Provincia di Reggio e la Fondazione reggiana E35 per la progettazione internazionale (la prima si è svolta a Parma), sono diversi i temi emersi, stimolati dal giornalista Mirko Billi di Agenzia Dire e dalle domande delle scolaresche e di stringente attualità.
Dalla difesa dell’export made in Italy (che in Emilia-Romagna ha punte di eccellenza nei prodotti enogastronomici, farmaceutici, nelle ceramiche e nei macchinari) dai dazi Usa, alla transizione climatica ed energetica. E ancora: dalla crisi del settore dell’automotive alle tariffe telefoniche calmierate nei 27 Stati dell’Unione, ma molto più care in quei Paesi che non ne fanno parte. Passando per i diritti dei rider e fino alla domanda sul conflitto in Ucraina, fatta proprio da una studentessa originaria del Paese invaso dalla Russia.
"L’Unione ha fin da subito appoggiato la lotta del popolo ucraino, per una questione di difesa della democrazia. L’Ucraina può piacere o meno, ma non si può consentire ad un leader autocrate di alzarsi la mattina e decidere di invadere un altro Paese. Io sono a favore dell’invio di armi: se cediamo, Putin non avrà più freni", ha risposto Gualmini. Sulla stessa linea Cavedagna: "Non si può pretendere di arrivare alla pace dicendo agli ucraini di farsi massacrare. Serve pretendere da parte di tutti uno sforzo per la difesa dei confini".
Ad aprire la giornata di lavori era stata Francesca Bedogni, vice presidente della Provincia di Reggio, che dice: "Il sogno europeo è oggi realtà ed entra quotidianamente e concretamente nelle nostre vite. E io credo, lo strumento più potente che abbiamo per pensare di poter cambiare il mondo e contrastare le diseguaglianze, il cambiamento climatico e la guerra e di costruire un futuro di pace, libertà e prosperità per tutti".