EUGENIO TANGERINI
Cronaca

Unimore, esame superato: "Bene i progetti didattici. Migliorare alloggi e mense"

Punteggio tra i più alti dell’Agenzia nazionale di valutazione . Il rettore: "Soddisfatti, solo il Politecnico di Torino ha fatto come noi".

Al centro, il rettore Carlo Adolfo Porro. Il 31 ottobre lascia dopo sei anni

Al centro, il rettore Carlo Adolfo Porro. Il 31 ottobre lascia dopo sei anni

di Eugenio Tangerini

Sobrio e misurato come sempre, ma stavolta il rettore Carlo Adolfo Porro è anche visibilmente soddisfatto. Del resto, un finale di partita migliore era difficile da immaginare: non è rieleggibile e il 31 ottobre lascia dopo sei anni la guida di Unimore, ma termina il mandato esibendo una pagella lusinghiera. L’università di Modena e Reggio ha ottenuto da pochi giorni il giudizio complessivo più alto – "pienamente soddisfacente" – tra i diciannove atenei ispezionati nel biennio 2023-24 dall’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca (Anvur). Solo il Politecnico di Torino può vantare lo stesso risultato. "Ringrazio tutti, è stato un lavoro di squadra lungo e complesso", commenta Porro attorniato da uno stuolo di professori e dirigenti nell’aula magna del rettorato, sotto i ritratti austeri dei predecessori oggi meno incombenti del solito. L’esito a pieni voti frutta l’accreditamento periodico di Unimore, cioè il riconoscimento ufficiale dal Ministero. È la condizione indispensabile per l’attività di atenei e corsi di studio, e averla ottenuta al massimo livello del sistema avrà effetti positivi anche sull’assegnazione delle risorse.

Prova di maturità superata, insomma. Ma quanto è stato duro l’esame?

"La commissione tecnica ha analizzato cinque ambiti, con diciotto punti di attenzione e più di cento aspetti da considerare. Temi fondamentali, oltre a didattica, qualità della ricerca e servizi per gli studenti, le strategie e la pianificazione, la gestione delle risorse, l’assicurazione della qualità. Una procedura in varie fasi: autovalutazione interna, esame dei documenti prodotti, visite a distanza e in loco, analisi degli indicatori e relazione finale. Si chiama Ava3. Ogni ateneo è sottoposto a questa ispezione in media ogni cinque anni: qualcosa di ben diverso dalle solite classifiche".

Tra gli esaminatori, oltre a esperti di sistema e docenti di altre università, c’erano gli studenti.

"Da noi gli studenti sono protagonisti negli organi di ateneo. Hanno risposto dicendo cosa pensano. Non tutto è perfetto, ovviamente. La loro opinione è molto utile per capire come si può fare meglio".

Appunto. Quali sono, in pagella, i punti di forza e gli aspetti da migliorare?

"Tra i punti di forza la cultura diffusa della qualità, l’organizzazione e la capacità progettuale: ci viene riconosciuta chiarezza e trasparenza nel programmare le risorse. Apprezzati anche i progetti didattici: non siamo perfetti, ma il livello è mediamente elevato. Quanto agli aspetti da migliorare, la commissione segnala i tempi di approvazione del bilancio e la previsione di ulteriori spazi per didattica e ricerca, ma qui ci stiamo attrezzando. Anche il cammino verso l’indipendenza energetica ha una base solida. Rimane l’accoglienza: residenze e mense. È l’aspetto più critico".

Come stanno cambiando le scelte degli studenti?

"Non ci sono indicazioni nette su variazioni di orientamento. C’è invece chiarezza sul fatto che il gender gap si sta riducendo. Rispetto al totale delle iscrizioni, abbiamo il 53% di ragazze e il 47% di ragazzi. In alcune aree, come quelle sanitarie, c’è il numero programmato. In altri ambiti rilevo un interesse trasversale. Giurisprudenza attrae ancora, ad esempio, mentre apriamo corsi di laurea sull’intelligenza artificiale".

Come valuta la riforma dell’esame di ammissione a Medicina, con il semestre-filtro in cui matura la scelta?

"C’è una legge, aspettiamo di conoscere tutti i decreti attuativi. Ritengo che sia una soluzione intermedia. Il sistema universitario ne aveva proposto un’altra: un corso di formazione prima dell’iscrizione all’università, nel quinto anno delle superiori o nei due mesi precedenti l’ingresso in ateneo. Così si poteva dare una preparazione adeguata al test di ammissione, senza stravolgere il primo anno a Medicina e in altri corsi".

Guardiamo avanti. Quanto vuole crescere Unimore?

"Abbiamo avviato una politica di espansione e riqualificazione edilizia che in due o tre anni può portarci ad accogliere un numero importante di nuovi iscritti, a patto che nelle città ci sia una ricettività adeguata, riguardo agli alloggi e ai servizi".