ELISABETTA GRASSI
Cronaca

Una passeggiata in stile Agatha Christie

’Reggio Noir’ è un viaggio di un paio d’ore in cui vengono svelati i misteri della nostra città. Con retroscena da brividi...

Una passeggiata in stile  Agatha Christie

’Reggio Noir’ è un viaggio di un paio d’ore in cui vengono svelati i misteri della nostra città. Con retroscena da brividi...

Il centro storico di Reggio, nel corso delle varie epoche storiche, è stato il teatro di tantissimi episodi cruenti.

Per scoprirli sulle orme della ’signora in giallo’ o della più sofisticata Agatha Christie, basta fare una passeggiata insieme alle guide turistiche di Emilia-Romagna in Tour.

Reggio Noir: questo il titolo della serata, della durata di un paio d’ore, in cui nei giorni scorsi Gianluca Ferrari, nelle vesti di cicerone, ha condotto i visitatori in luoghi che tutti i reggiani vedono ogni giorno, senza conoscerne i retroscena da brividi.

Si spazia tra i famosi omicidi in chiesa del XVI sec., le lotte fra guelfi e ghibellini reggiani, Daria e Grisante, il manicomio criminale, il famoso appartamento, gli eccidi nazifascisti, i tragici fatti del 25 febbraio 1915 all’Ariosto, il dimenticato boia esecutore di giustizia e tanto altro.

Ma entriamo nel vivo di qualche episodio meno noto, partendo dal cuore del centro storico: tra i banchi della cattedrale, durante l’elevazione dell’ostia il 25 giugno 1517, il governatore di Reggio Giovanni Gozzadini viene accoltellato a morte da una fazione avversa e le sue membra esposte in piazza Prampolini, con dovizia di particolari degni di una puntata di Quarto Grado. In quel giorno saranno decine i morti tra le famiglie devote a Papa Giulio II e quelle fedeli agli Estensi, oltre alle case date alle fiamme.

Una curiosità si cela a pochi passi, sotto Broletto, che, nel periodo medievale, ospitava il cimitero del Duomo e che, in epoca successiva, divenne un orto grazie alla terra resa fertile dal passato luttuoso.

Anche piazza San Prospero ha il proprio evento noir: nel 1519 nella basilica fu accoltellato a morte per motivi economici il nobile Francesco Fontanelli, durante il suo matrimonio con Beatrice Zoboli. E, nella piazza il giorno del Patrono, il 24 novembre veniva graziato ogni anno un condannato a morte, come tributo al santo.

Ancora pochi metri e siamo in vicolo Arcipretura e nella attigua piazza Casotti, uno dei luoghi più amati dalla movida dei giovani reggiani, dove nel ‘400 si trovavano le prigioni comunali, il “bordello” e la casa del boia. Una zona a luci rosse creata da Niccolò II d’Este per togliere le meretrici dalla zona a cielo aperto del duomo.

Sempre a tema noir con la preghiera della buona morte di cui si scorgono ancora i resti sul retro della chiesa di San Giorgio, all’angolo con il vicolo del Folletto. Un balzo quindi ai giorni nostri con il palazzo liberty al numero 16 di via Farini in cui fu trovato morto nel 2015 il critico d’arte reggiano Alberto Agazzani: un episodio al centro tuttora di vicende processuali non chiarite appieno.

Un passaggio d’obbligo all’ex opg, in zona palazzetto, che per qualche tempo ha ospitato anche la celebre “saponificatrice” Leonarda Cianciulli di Correggio, una delle prime serial killer di cui si hanno notizie nelle cronache degli anni ‘40. E, proprio in via Guasco, abitava la Compagnia della Buona Morte, che accompagnava i condannati alla pena capitale intercedendo per la loro anima.

Si torna sulla via Emilia nella galleria della Bnl dove nel 2022 fu trovato con la gola squarciata l’avvocato Aineo Redo, e che ora è diventato un dormitorio per i senzatetto.

Tappa poi in piazza Martiri del 7 luglio con la storia dei morti del 1960 e via verso il tribunale dell’Inquisizione che fu ospitato dal 1509 al 1796 a fianco della Chiesa di San Domenico in cui vennero giudicate presunte streghe e i millenaristi. Qui fu giudicata anche Gabrina, una donna esperta di erbe curative, ma tacciata di poteri magici e oscuri, che ritroviamo citata nell’Orlando Furioso del poeta Ludovico Ariosto.

Nella zona della Questura troviamo a fine ‘700 un duello tra due primari dell’ospedale reggiano, in cui ha la meglio Paolo Assalini che, scappato per non essere incarcerato, si arruolò nelle truppe francesi fino a diventare il medico personale nientemeno che di Napoleone.

Ancora un tuffo in avanti sotto ai portici dove, dietro a uno scenografico ed imponente portone di legno, si trova il famoso “appartamento di via Emilia San Pietro 25”, fondato alla fine del 1969 da un gruppo di ragazzi fuoriusciti dalla Fgci, delusi da una strategia politica del Pci che ritenevano troppo moderata, che hanno fatto parte della classe dirigente del nostro Paese o che sono finiti tragicamente dopo aver fatto la scelta della lotta armata, come Alberto Franceschini, uno dei fondatori delle Brigate Rosse.

Queste sono solo alcune delle curiosità che si possono scoprire con queste visite guidate, che offrono molti altri itinerari, che svelano squarci interessanti sulla vita di Reggio Emilia nel corso dei secoli. Un consiglio… attrezzatevi con le scarpe da ginnastica, ci sarà da camminare non solo attraverso la storia.

Info: www.emilia-romagna-intour.com