Reggio Emilia, 10 settembre 2024 – La storia e il nome di Saman Abbas sono diventati un film. Perché nessuno possa dimenticare.
È @italiangirl - La storia di Saman Abbas, il film documentario dei registi Gabriele Veronesi e Luca Bedini, che sarà proiettato in concorso, sabato 14 settembre alle 16,50 al Teatro Litta di Milano, al festival cinematografico Visioni sul Mondo; dopo aver conquistato il premio ’Miglior progetto documentario’ e ’Premio Bio2B’ (per l’attenzione alla sostenibilità durante la produzione) nella scorsa edizione di Visioni Incontra, dove è stato presentato in fase di work in progress.
Ed è poi stato selezionato, in concorso, a Visioni dal Mondo 2024. Gabriele Veronesi, modenese, e Luca Bedini, di Sassuolo, sono autori di una lunga serie di documentari televisivi, che hanno anche affrontato vicende di cronaca. Un po’ diverso questa volta l’approccio dei registi nel raccontare la tragica vicenda di Saman Abbas, la giovane pakistana di 18 anni uccisa a Novellara dalla sua famiglia; una ragazza libera, che aveva rifiutato un matrimonio combinato e le tradizioni del paese d’origine.
"Siamo abituati ad avere a che fare con a realtà – dice Gabriele Veronesi – ma questa volta è stato diverso, perché si è trattato di una vicenda che per tanti ha rappresentato un prima e un dopo. E che a noi ha interessato raccontare non come un fatto di cronaca, al di là del clamore mediatico, da un punto di vista differente. A noi premeva soprattutto portare in evidenza un sottofondo sociale, che pensavamo andasse esplorato. Il lungometraggio rappresenta non solo una tragedia personale, ma anche la realtà di molte ragazze pakistane che, prima e dopo di lei, hanno combattuto e continuano a combattere per la loro libertà. Ed è stato un modo per parlare di immigrazione, ma soprattutto di diritti e rispetto".
Gabriele, come avete girato questa storia? Come un vero e proprio documentario o servendovi anche di attori?
"Nessun attore ha preso parte alle riprese in questa pellicola. Cosa che peraltro ci è capitato di fare in altre occasioni, per ricreare situazioni. Ma in questo caso abbiamo utilizzato solo archivi televisivi e intervistato persone che hanno avuto a che fare, a titolo molto diverso tra loro, con questa storia".
Chi, in particolare?
"Centrale la testimonianza di Amina, un’altra giovane pakistana che ha vissuto esperienze simili e ha arricchito la narrazione, offrendo una panoramica toccante di questa realtà che ha messo in luce la coraggiosa lotta delle giovani pakistane per affermare la propria identità e conquistare la libertà in un contesto spesso ostile, tra omertà, paura e tradizioni oppressive. Ci sono poi interventi di Elena Carletti, allora sindaca di Novellara; del maggiore dei carabinieri Maurizio Pallante; dell’assessora alle politiche interculturali del Comune di Reggio, Marwa Mahmoud. Solo per citarne alcuni".
Dopo l’anteprima di sabato prossimo, sarà possibile vedere il film nelle sale cinematografiche? Esiste già un progetto per la distribuzione?
"La produzione del documentario è stata sostenuta dalla Film Commission Emilia-Romagna e con il piccolo contributo del premio. Per me e Luca è la prima volta che non ci rivolgiamo alla committenza televisiva e quindi ora ci stiamo muovendo per cercare una distribuzione interessata a portarlo nelle sale".