Reggio Emilia, 27 giugno 2023 – "Buonasera Aviosuperficie!!". Oppure: "Grazie, meraviglioso pubblico di Aeroporto!!". O anche: "Forza Aerostazione! Fatevi sentire!". Ve l’immaginate?
Nella Serata Perfetta – grande visibilità televisiva per la Rcf Arena, passerella di big della canzone, concerto memorabile, finalità benefiche, organizzazione sempre più rodata, cielo stellato – c’è una sola nota stonata: Campovolo assurto a paese (e dunque scritto senza articolo e con la C maiuscola).
Una bestialità linguistica entrata nell’orecchio – e alla quale ci siamo assuefatti – nonostante un campovolo (o aeroporto o aviosuperficie, grande o piccola che sia) peraltro esista in quasi ogni città, così come ’stazione’ o ’acquedotto’ o altre strutture di servizio.
Se fosse solo una prurigine linguistica non sarebbe un gran male. Il problema è che Campovolo è diventato così ingombrante da oscurare sia la denominazione corretta – Rcf Arena – sia il nome della città che ospita l’evento. Insomma, una questione di marketing territoriale.
L’inghippo è, in parte, figlio di un’autorete. La forza mediatica del rocker Luciano Ligabue – che intitolando il suo famoso concerto ’campovolo’, molto prima dell’arena, voleva rendere omaggio a un toponimo del cuore – è un po’ sfuggita di mano. Oggi, una domanda molto gettonata su Google è: "Dove si trova Campovolo in Italia?".
Lo scorso anno la società che ha realizzato (e ora gestisce) la Rcf Arena inviò alle redazioni una ’cortese richiesta’ affinché il termine ’campovolo’ fosse archiviato a favore di Rcf Arena: "Comprendiamo che l’appellativo con il quale sia più facile identificare il luogo sia ’Campovolo’ , ma tale definizione comprende una realtà molto più ampia; ed è un nome che per la città di Reggio Emilia ha una connotazione storica molto radicata e non legata esclusivamente agli eventi musicali", ricordava la società che ha realizzato l’Arena, alludendo certamente all’epopea delle Reggiane. Ma il nome di questa società – la società che invita a non utilizzare la parola ’campovolo’ – è proprio C.Volo. Un cortocircuito.
"L’arena viene indicata come Campovolo e spesso non viene citata la città, è vero", osserva l’assessora delegata Annalisa Rabitti. "Credo sia compito dei gestori dell’arena, che ricordo oggi sono una società privata, provare a fare passare sempre di più il messaggio, ma è anche vero che ormai tutti sanno che il Campovolo è Reggio Emilia, come San Siro è a Milano. Ma la reputazione è qualcosa che si costruisce con il tempo, e con molto lavoro. La strada intrapresa è quella giusta. I turisti passeggiano per la città, gira il materiale e pian piano stiamo vedendo i risultati".
"Per questo concerto – informa l’assessora – per la prima volta è stato allestito un punto di Informazioni Turistiche con personale qualificato, che distribuiva le nostre mappe, mostrava le immagini più iconiche della città, e dava informazioni ai viaggiatori, per aiutarli in quella occasione ma anche per stimolare il pubblico a tornare per passare qualche giorno da noi".
Anche Santa Croce – che in qualche occasione era rimasta ostaggio del pubblico e delle manifestazioni canore – stavolta ha poco da obiettare. "Bilancio post concerto: per me voto 9.5", scrive il portavoce Stefano Buffagni. "Sono uscito ed entrato tre volte e nessun problema; il giorno dopo alle 10 nessun segno di sporcizia dovuta a concerto; nessun problema di ordine pubblico; commercianti della zona in gran parte soddisfatti; musica gratis per tutto il quartiere; bellissima pubblicità a livello nazionale della nostra città..." e soprattutto di ’Campovolo’, la nuova frazione aerea.