REDAZIONE REGGIO EMILIA

Ucciso nel bosco. Colpito dal fucile di un cacciatore davanti all’amico

Il 68enne Marco Gentili ha perso la vita nella nebbia a Leguigno. Era in corso una battuta al cinghiale: inchiesta per omicidio colposo.

Il 68enne Marco Gentili ha perso la vita nella nebbia a Leguigno. Era in corso una battuta al cinghiale: inchiesta per omicidio colposo.

Il 68enne Marco Gentili ha perso la vita nella nebbia a Leguigno. Era in corso una battuta al cinghiale: inchiesta per omicidio colposo.

Il castagneto della Garbaia, ieri mattina alle 9, era avvolto da una fitta nebbia che nascondeva non solo gli splendidi boschi di Leguigno di Casina ma anche gli uomini che vi si aggiravano. Il silenzio era rotto soltanto dai latrati di mute di cani in cerca di cinghiali. Tra quegli alberi si aggiravano sono solo animali, ma anche tanti uomini. Due avevano cesti e sacchi: erano partiti di buon ora per raccogliere castagne. Altre decine erano invece armati di fucili da caccia. L’atmosfera ovattata è stata all’improvviso spaccata da 2, 3, 4 spari, forse di più. E da un lancinante urlo di dolore. Un grido che rapidamente è diventato un rantolo. È morto così, forse scambiato per un animale, Marco Gentili, di 68 anni, volontario della Croce Rossa, infermiere da poco in pensione. L’amico Marco Costi, proprietario del castagneto in cui si trovavano, è rimasto illeso nonostante fosse a pochi metri dalla vittima. Sotto choc per aver visto l’altro crollare nel sangue, ha dato l’allarme al 118 e ha praticato manovre disperate di rianimazione. Purtroppo inutili.

Gentili sarebbe stato centrato all’altezza delle reni mentre era chinato: il micidiale proiettile da cinghiali (probabilmente un calibro 30.06) gli avrebbe trapassato longitudinalmente il tronco, provocando una devastante ferita interna. Nonostante i cacciatori si trovassero a una certa distanza, ed in una posizione a valle rispetto al castagneto, il proiettile non aveva perso potenza. Gli stessi cinghialai, richiamati dalle grida di aiuto di Costi, sono accorsi e a loro volta hanno chiamato il 118 che a sua volta ha inviato sul posto i mezzi di soccorso ed allertato i carabinieri. Gentili già spirato all’arrivo degli operatori del Soccorso Alpino, giunti con celerità nonostante il teatro della tragedia sia in una zona impervia e difficile da raggiungere, a valle del cimitero di Leguigno e la località di Trezzara. I cinghialai – molti dei quali risiedono proprio a Leguigno, Casina e dintorni – hanno ovviamente interrotto subito la battuta (che sarebbe stata regolarmente segnalata da cartelli gialli lungo le strade) e si sono radunati nel loro casino di caccia, ad un paio di chilometri dalla Garbaia. Alcuni di loro piangevano disperati: tra le persone che hanno sparato quei colpi ci sarebbe anche un 70enne che abita a pochi metri di distanza dall’abitazione dell’ex infermiere. Il castagneto della Garbaia è all’interno del perimetro di una riserva di caccia, nella quale si trovano anche aziende agricole ed abitazioni. Il casino, ed il gruppo che vi fa riferimento, è attivo da circa un anno; è dotato anche della sala di macellazione e trattamento delle carni delle prede.

Qui i carabinieri hanno interrogato a lungo i testimoni, in primis Costi, e posto sotto sequestro tutte le armi: una quarantina di fucili. Infatti non è chiaro chi dei cacciatori abbia materialmente esploso il proiettile che ha ucciso Gentili: saranno probabilmente i periti balistici dover capire da quale canna sia uscito. I militari hanno svolto anche accurati rilievi sul luogo della tragedia per determinare le posizioni dei vari cinghialai e dei raccoglitori di castagne. Non è chiaro se Gentili sia stato scambiato per un cinghiale oppure se sia stato un proiettile vagante a colpirlo. La salma, nel primo pomeriggio è stata rimossa, e portata all’obitorio. Probabilmente già stamane la Procura conferirà l’incarico al medico legale per svolgere l’autopsia.

Settimo Baisi

Francesca Chilloni