Un ultimo, meraviglioso giro di valzer sulla neve, tra i pali di quello slalom che nel 2010, all’apice della carriera, lo ha visto conquistare la medaglia d’oro alle Olimpiadi.
Non aveva potuto farlo in Coppa del Mondo nel marzo scorso a causa del maltempo che aveva fatto annullare l’ultima prova di stagione, ma Giuliano Razzoli ha comunque coronato il sogno di dare l’addio ufficiale allo Sci davanti ai suoi tifosi.
C’è riuscito in occasione della tradizionale "Night-Race" di Madonna di Campiglio, una delle gare più amate del circo bianco che, tra l’altro, nel 2018, segnò la rinascita del "Razzo" (arrivò ottimo quinto dopo essere partito col pettorale 69…).
Il 40enne – per un giorno ancora atleta – di Razzolo di Villa Minozzo ha infatti svolto il ruolo di apripista di lusso della prova, acclamato per tutto il percorso dallo speaker dell’evento e dagli oltre 10mila appassionati accalcati lungo la pista. All’arrivo lunghe ovazioni per lui, mentre sulla neve arrivava la bandiera del "Razzo fan club" (numerosi i fans arrivati dal nostro crinale per la sua "last dance") e lo striscione "Grazie Razzo!" Mentre veniva preso in spalla con vicino l’amico sportivo di sempre, il mitico Alberto Tomba, vicino a lui c’erano anche la moglie Elisa e il figlio Emanuele, perfettamente a suo agio sulla neve come il papà.
"Aprire quest’ultimo cancelletto – ha dichiarato ai microfoni Rai subito dopo lasciandosi andare anche alla prevedibile commozione – è stato incredibile. Palo dopo palo, in tanti anni, ho vissuto emozioni incredibili, e ovviamente anche in questo momento".
Concetti che il "Razzo" aveva espresso anche la sera precedente alla "Cena dei campioni" organizzata nella località trentina, in cui ha avuto l’onore di essere presentato per ultimo tra le medaglie olimpiche presenti: "Non dimenticherò mai questo momento. Dico grazie allo sci che mi ha dato modo di vivere incredibili emozioni: che ho ricevuto e sono riuscito a regalare ai miei amici e tifosi. Mi sento felice e fortunato di avere avuto l’opportunità di vivere tutto questo".
Gabriele Gallo