Quante volte è stato visto un accumulo di legname attorno ai piloni dei ponti o in passaggi di canali e torrenti, col rischio di rallentare il deflusso dell’acqua in caso di piene ed emergenze idrauliche? È diventata virale la foto del ponte che, nel Ravennate, è già un simbolo di ciò che non dovrebbe accadere per garantire una maggiore sicurezza alle popolazioni e ai territori.
E non è passato inosservato, alla vigilia delle due recenti piene del Po, la presenza di cumuli di tronchi tagliati e depositati in un terreno privato, nella golena del Po, all’altezza del centro abitato di Brescello.
"Sono stati tagliati gli alberi – dicono i cittadini che hanno notato questa situazione – ma lasciando poi i tronchi depositati al suolo, mentre si sapeva che ci sarebbe stata la piena e che in quel terreno l’acqua sarebbe arrivata".
E così è stato. Su quel terreno, di proprietà privata, l’acqua ha in parte coperto i tronchi. Per fortuna non trattandosi di una piena da valori molto elevati, non si sono registrate situazioni di rischio, con il materiale che non è andato a far parte del legname che si va a depositare pericolosamente sotto i ponti, lungo il Po. Una situazione che nella Bassa conoscono bene, con la prolungata presenza di enormi cumuli di legna che resta attaccata ai piloni, oltretutto con il rischio di enormi conseguenze nel caso che, una volta asciutti, possano essere interessati da un incendio.
I cittadini hanno documentato il cumulo di legname nel terreno: prima ma anche durante il passaggio della piena.
"Sapendo con notevole anticipo dell’innalzamento del livello del Po – dicono alcuni residenti di Brescello – si poteva avviare un intervento per recuperare quei tronchi ed evitare il rischio di vederli finire lungo il corso del fiume. Ci auguriamo che in futuro si possa tenere conto di questa situazione, senza dover aggiungere ulteriori elementi negativi alle già evidenti emergenze da affrontare".
a. le.