Reggio Emilia, 7 gennaio 2025 – “La Bandiera è testimone che, di generazione in generazione, riassume la nostra identità di popolo, nel processo storico che ha portato al raggiungimento dello Stato unitario e, con la Liberazione, ai valori di libertà e democrazia, di pace e cooperazione, patrimonio irrinunciabile della nostra società, scolpiti nella nostra Carta Costituzionale”. Questo il messaggio del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella affidato al sito del Quirinale in occasione del 228esimo anniversario del Tricolore che si celebra oggi a Reggio Emilia.
La cerimonia è iniziata come di consueto stamattina alle 9,40 con la suonata a distesa della campana civica che ha preceduto la parata dei corpi militari e il solenne momento dell’alzabandiera accompagnato dall'inno nazionale.
"Il Tricolore evoca l’orgoglio delle virtù civiche proprie al sentirsi italiani, esprime al mondo i valori della nostra comunità, della nostra Patria. Ad esso ci rivolgiamo con rispetto e l’emozione di un popolo che si raccoglie e riconosce intorno ad esso. Viva il Tricolore, viva la Repubblica", ha concluso il presidente Mattarella nel suo messaggio virtuale a distanza.
La festa a Reggio Emilia è proseguita in Sala del Tricolore col conferimento della cittadinanza italiana a due nuovi cittadini e poi con la consegna della Costituzione agli studenti delle scuole reggiane. Infine, la parte più istituzionale al teatro Valli dove il presidente della Regione, Michele de Pascale ha sottolineato che “è un orgoglio per l’Emilia-Romagna essere i ‘custodi’ di un simbolo immortale che identifica l’Italia in tutto il mondo: la nostra bandiera incarna quei principi di libertà, democrazia e solidarietà dei quali abbiamo bisogno, oggi più di prima”.
Le celebrazioni di quest’anno sono state profondamente riviste e hanno ospitato la presenza di atleti, scrittori, di un’orchestra e di corpi di danza. Tra gli ospiti, Stefano Baldini, medaglia d’oro nella maratona alle Olimpiadi di Atene 2004, Yassin Bouih, mezzofondista in gara nei 3mila siepi a Parigi 2024, Ana Maria Vitelaru, medagliata paralimpica nell’handbike, tutti in dialogo con la giornalista Emanuela Audisio, ‘Premio Brera’ per il giornalismo sportivo.
Gli alpini: esponetelo alle finestre
"Vi invito ad esporre il Tricolore in tutte le nostre sedi sezionali e di Gruppo, a voler riaffermare e rappresentare la fermezza dei valori alpini, che appaiono integri dopo oltre un secolo di storia e che vedono le penne nere sempre determinate a contribuire al bene comune", è l'appello di Sebastiano Favero, presidente dell'Associazione nazionale Alpini.
Perché il Tricolore è nato a Reggio Emilia
La bandiera nazionale italiana è nata a Reggio Emilia il 7 gennaio 1797. Quel giorno i rappresentanti delle quattro città di Reggio Emilia, Modena, Bologna e Ferrara, riuniti in Congresso, proclamarono il tricolore bianco, rosso e verde come vessillo della Repubblica Cispadana, il nuovo stato sorto sotto la protezione delle armi francesi. E al modello della bandiera francese è ispirato anche il nostro Tricolore.
Perché è bianco, rosso e verde
I colori derivano da quelli scelti dai reparti militari "italiani", costituiti all'epoca per affiancare l'esercito di Bonaparte. In particolare, i vessilli reggimentali della Legione Lombarda presentavano, appunto, i colori bianco, rosso e verde, fortemente radicati nel patrimonio collettivo di quella regione: il bianco e il rosso, infatti, comparivano nell'antichissimo stemma comunale di Milano (croce rossa su campo bianco), mentre verdi erano, fin dal 1782, le uniformi della Guardia civica milanese. Gli stessi colori, poi, furono adottati anche negli stendardi della Legione Italiana, che raccoglieva i soldati delle terre dell'Emilia e della Romagna, e fu probabilmente questo il motivo che spinse la Repubblica Cispadana a confermarli nella propria bandiera. Al centro della fascia bianca, lo stemma della Repubblica, un turcasso contenente quattro frecce, circondato da un serto di alloro e ornato da un trofeo di armi.