Il Comune di Reggio Emilia si difenderà davanti alla Corte d’Appello di Roma in una causa legale promossa da due cittadine, che chiedono un risarcimento di 900.000 euro. L’amministrazione è stata tirata in ballo nel contenzioso nato nel settembre 2013, quando le due donne si sono rivolte al tribunale della capitale contro il ministero della Salute, la Regione e la gestione liquidatoria dell’ex Usl di Reggio, ritenendo gli enti responsabili del decesso di un loro parente (avvenuto nel 1978) a causa di una trasfusione di sangue infetto e chiedendo loro un risarcimento danni complessivo di 3,2 milioni.
Nel 2015 la richiesta di ripagare i danni è stata estesa anche all’ente di piazza Prampolini. Nella sentenza emessa il 7 dicembre del 2021 le ragioni delle ricorrenti sono state accolte e il ministero condannato al pagamento di 888.000 euro.
Le richieste avanzate nei confronti di Regione, ex Usl e Comune sono state invece respinte con spese legali da rifondere in capo alle soccombenti.
Il 3 gennaio scorso, infine, il ministero della Salute ha impugnato la sentenza davanti ai giudici della Corte d’appello di Roma, chiedendone l’annullamento o la riforma previa sospensione della efficacia esecutiva.
Il Comune di Reggio resisterà anche in questo grado di giudizio e- come deciso dalla Giunta lo scorso 20 gennaio- ha affidato l’incarico all’avvocato Berenice Stridi.