ALESSANDRA CODELUPPI
Cronaca

Tre anni dalla tragedia di Riverzana: “Tempi assurdi, ormai va archiviata”

Nel 2021 morirono due spettatori. I parenti ancora in attesa dell’udienza preliminare. La difesa preme per chiudere

T15ATA

Ecco il punto in cui nell’agosto del 2021 l’auto uscì di strada e colpì i due spettatori uccidendoli sul colpo Il caso vuole che uno dei due fosse lì proprio per assistere e incitare il pilota di quella stessa auto

Reggio Emilia, 17 agosto 2024 – Sono trascorsi tre anni dalla tragedia che sconvolse la 41ª edizione del Rally di Riverzana, frazione di Canossa. Si sta aspettando che la giustizia completi il proprio percorso per accertare eventuali responsabilità.

La mattina del 28 agosto 2021 due giovani spettatori persero la vita, investiti da una Peugeot 208 fuoriuscita dal circuito di corsa e piombata su una collinetta dove c’era pubblico. Morirono sul colpo Cristian Poggioli, 33 anni, originario di Serramazzoni (Mo), dipendente della Progeo, residente da un paio d’anni a Montecenere di Lama Mocogno, e Davide Rabotti, 20 anni, reggiano, studente di Ingegneria informatica all’Unimore.

Al volante della macchina vi erano un vigile del fuoco di Serramazzoni (Mo) e al suo fianco, come navigatore, un reggiano titolare di un negozio. Un destino cinico volle che Poggioli fu travolto dall’amico pilota per il quale era venuto a tifare. I due uomini sulla Peugeot 208 non sono finiti sott’inchiesta, mentre figurano indagate nove persone: il legale rappresentante Asd Grassano Rally (associazione organizzatrice della gara), poi il direttore di gara, il supervisore tecnico, quattro apripista distribuiti in due equipaggi, il commissario di gara e il delegato all’allestimento del percorso. Chiuse le indagini nel dicembre 2022, si sta ancora attendendo il vaglio dell’udienza preliminare. Tra le contestazioni, figura quella di non aver identificato l’area come pericolosa per lo stazionamento del pubblico; non aver valutato il rischio per gli spettatori “nonostante le preoccupazioni emerse nel Comitato di ordine e sicurezza pubblica in Prefettura, assicurando la non apertura al pubblico nelle aree adiacenti alle prove speciali”. Ancora, l’assenza di transenne o di fettucciamento “con distanza minima di 30 metri”. Nonché aver riscontrato prima del rally la presenza di spettatori e non essere intervenuti neppure dopo, quando “si sono posizionati a un’altezza di 1,5 metri dal livello stradale e le vittime a soli 80 centimetri”.

Cinque indagati sono difesi dall’avvocato Marco Giuseppe Baroncini, che è anche docente di Procedura penale all’Università di Criminologia di Vibo Valentia. A suo dire, la Procura deve chiedere l’archiviazione degli indagati: “Prima della riforma Cartabia, il pm doveva domandarla quando la notizia di reato era infondata; ora invece quando gli elementi raccolti non permettono di formulare una ragionevole previsione di condanna - dichiara Baroncini -. Dalla consulenza tecnica della Procura, non emergono aspetti significativi di responsabilità. Tempo fa parlai col pm: eravamo concordi entrambi sulla richiesta di incidente probatorio, ma nel frattempo sono cambiate le regole processuali. Va considerata la lunga attesa della giustizia per i parenti delle vittime e anche per gli imputati, che stanno subendo una durata del procedimento non ragionevole”.

Nell’elaborato dell’ingegnere Stefano Fini, consulente della difesa, si sostiene che l’uso del nastro colorato “non ha alcuna funzione di protezione del pubblico lungo il percorso, ma solo di delimitazione delle zone dove la permanenza è permessa o è vietata”.

La zona più alta del terrapieno, dove c’erano gli spettatori, “era sicura secondo i criteri della Fia, trovandosi a una quota più alta di almeno 3,5 metri rispetto al punto di uscita di strada della macchina e a 50 metri di distanza”: non vi sono responsabilità, a suo dire, per gli apripista. Dalla visione del filmato di bordo di un’auto, “emerge che i due spettatori poi deceduti si trovavano in posizione di sicurezza, ma si sono spostati nella zona pericolosa per fotografare o incitare il pilota della Peugeot”.