REDAZIONE REGGIO EMILIA

Torture a detenuto in carcere, spunta un video: “Immagini agghiaccianti e inaccettabili”

E’ la registrazione delle telecamere interne della prigione. Il pm Maria Rita Pantani ha chiesto il rinvio a giudizio per dieci agenti penitenziari

Torture a detenuto in carcere, spunta un video: “Immagini agghiaccianti e inaccettabili”

Reggio Emilia, 9 febbraio 2024 – C’è un video delle telecamere interne che testimonierebbe le botte e i maltrattamenti subiti da un tunisino di 44 anni da parte di dieci agenti di polizia penitenziaria accusati, a vario titolo, di tortura e lesioni – oltreché di falso – nei confronti dell’uomo, in passato detenuto nel carcere della Pulce.

E, per i dieci agenti in questione, il pm Maria Rita Pantani ha chiesto il rinvio a giudizio. L’udienza preliminare è stata fissata il 14 marzo davanti al giudice Silvia Guareschi.

Un frame della tortura subita da un detenuto in carcere
Un frame della tortura subita da un detenuto in carcere

"Immagini agghiaccianti e inaccettabili”

"Sono immagini agghiaccianti e inaccettabili, una violenza gratuita contro un uomo solo, privato della libertà, incappucciato, ammanettato e a terra. Ci tengo a sottolineare il lavoro della Procura di Reggio Emilia, che con la dovuta tempestività e determinazione ha svolto le indagini ed estrapolato quanto ripreso dalle telecamere interne, che altrimenti avremmo perso”: così l'avvocato Luca Sebastiani, legale del detenuto vittima del pestaggio, commentando il filmato dell'episodio.

"Attendiamo - prosegue l'avvocato Sebastiani - l'udienza preliminare con il necessario approccio garantista, evitando di esprimere sentenze sul fatto prima ancora che lo possa fare il giudice. Non è la prima volta che si parla di tortura all'interno delle carceri, pertanto mi auguro che questa gravissima vicenda possa finalmente far avviare nel nostro Paese una seria riflessione politica. Parliamo di un fatto grave, avvenuto in Italia. Peraltro, solo pochi giorni fa abbiamo dovuto assistere al trattamento disumano riservato a una cittadina italiana in un carcere di un altro Stato europeo”.

I fatti accaduti il 3 aprile 2023

L’indagine si riferisce ai fatti avvenuti il 3 aprile 2023, vicenda che fu anticipata dal Carlino. Nel registro degli indagati erano stati iscritti inizialmente 14 nomi: le restanti quattro posizioni sono state momentaneamente stralciate, in attesa delle motivazioni del riesame sull’appello promosso dalla Procura su coloro ai quali il gip Luca Ramponi non aveva dato la misura cautelare. Otto degli attuali imputati sono accusati di tortura aggravata – perché commessa da pubblici ufficiali, con abuso di poteri e in violazione dei loro doveri, causando anche ferite – e di lesioni aggravate.

Secondo le ricostruzioni, lui è stato incappucciato con una federa stretta al collo, che gli impediva di vedere e gli rendeva difficoltosa la respirazione. Poi colpito con pugni al volto mentre veniva spinto, con le braccia bloccate, verso il reparto di isolamento. E fatto cadere a terra con uno sgambetto, poi colpito con schiaffi, pugni e calci. Gli sarebbe stato torto un braccio dietro la schiena e poi sarebbero saliti sulle caviglie e sulle gambe calpestandolo. Poi è stato sollevato di peso, denudato e condotto nella cella di isolamento. Qui, non più incappucciato, sarebbe stato preso di nuovo a calci e pugni e poi lasciato del tutto nudo dalla cintola in giù per oltre un’ora, malgrado si fosse autolesionato e sanguinasse.