REDAZIONE REGGIO EMILIA

"Tentò di intimidire un pentito". Pena dimezzata per il legale Piccolo

Riconosciuta in Appello l’accusa nei confronti dell’avvocato di Francesco Grande Aracri nel processo Grimilde

"Tentò di intimidire un pentito". Pena dimezzata per il legale Piccolo

Antonio Piccolo con Gabriele Bordoni

di Alessandra Codeluppi

L’avvocato Antonio Piccolo è stato riconosciuto anche dalla Corte d’Appello responsabile del reato di aver tentato di indurre il collaboratore di giustizia Antonio Valerio a non rendere dichiarazioni (o a renderle false). La pena è stata però dimezzata: nel processo con rito abbreviato, ieri gli sono state riconosciute le attenuanti generiche; dai 2 anni dati in primo grado nel luglio 2023 ora si è passati a 1 anno, sempre con pena sospesa, ed è diventata di 1 anno anche l’interdizione dalla professione forense.

Il legale, 68 anni, crotonese, iscritto al Foro di Bologna, ha una lunga carriera come penalista. Nella città felsinea difese Alberto Savi, uno dei fratelli autori dei crimini della Uno Bianca. Nel processo ‘Grimilde’, imperniato sulla ‘ndrangheta a Brescello, Piccolo ha assistito nel rito ordinario Francesco Grande Aracri (condannato per associazione mafiosa in secondo grado), oltre a Gaetano e Domenico Oppido di Cadelbosco (ritenuti responsabili con altri di una maxitruffa con l’aggravante 416 bis). In primo grado, secondo la ricostruzione del pm Maria Rita Pantani, l’avvocato Piccolo, durante l’udienza di ‘Grimilde’ del 4 luglio 2022, dopo aver chiesto al pentito Valerio come si chiamasse e se avesse cambiato cognome, affermò in modo allusivo: "Io penso di saperlo però...".

Così Piccolo avrebbe minacciato Valerio per interferire sulla genuinità delle sue dichiarazioni. Il gup Andrea Rat aveva riqualificato l’iniziale accusa di intralcio alla giustizia nel tentativo di induzione sulle dichiarazioni, condannandolo a 2 anni con pena sospesa, mentre lo aveva assolto dal reato di rivelazione e uso di segreti d’ufficio; inoltre aveva deciso l’interdizione per 2 anni dalla professione. Il procuratore capo Calogero Gaetano Paci e il pm Pantani avevano chiesto 3 anni, mentre l’avvocato difensore Gabriele Bordoni aveva domandato l’assoluzione per entrambe le accuse.

Nelle motivazioni, il giudice Rat aveva scritto che Piccolo, "avendo fallito nell’intento di ottenere risposte favorevoli ai propri assistiti, ha fatto un’affermazione che ha assunto una carica intimidatoria abnorme, proprio perché verteva sul fulcro della protezione fornita dallo Stato a Valerio".

Nella scorsa udienza in Appello l’avvocato Piccolo aveva sostenuto di aver reagito in malo modo alle affermazioni di Valerio, ma senza voler andare oltre. Il sostituto procuratore generale Stefano Orsi ha chiesto la conferma della condanna. L’avvocato Bordoni ha sostenuto che le reali intenzioni dell’imputato erano altre: "Piccolo non voleva affatto intimidire Valerio. Di fronte alle provocazioni insistite del collaboratore di giustizia, che lo chiamò anche ‘ndranghetista, lui non riuscì a trattenersi e reagì. Valerio aveva già reso dichiarazioni, ma sfuggiva alle domande sull’attività delittuosa commessa da lui stesso verso Oppido".

"Piccolo voleva solo che Valerio ribadisse le affermazioni da lui già rese nel processo ‘Aemilia’, cioè che era stato coautore di un’estorsione ai danni di Domenico Oppido" aggiunge. Le motivazioni saranno depositate entro 90 giorni: "L’accaduto è stato ridimensionato – dichiara l’avvocato Bordoni –. Valuteremo il ricorso in Cassazione".