Suona la campanella: "Qui dentro pezzi di noi. Ma siamo pronti per altri orizzonti"

Le voci dei futuri ’maturandi’ all’uscita dei licei della città. Al classico: "Avremo l’interrogazione di greco il secondo giorno".

Suona la campanella: "Qui dentro pezzi di noi. Ma siamo pronti per altri orizzonti"

Le voci dei futuri ’maturandi’ all’uscita dei licei della città. Al classico: "Avremo l’interrogazione di greco il secondo giorno".

Suona la campanella di mezzogiorno meno un quarto. Il ‘primo ultimo giorno’ di scuola dei maturandi reggiani si è concluso. Ieri il piazzale Pignedoli, davanti al liceo classico Ariosto, era pieno di studenti e studentesse; per molti di loro questo sarà il capitolo finale.

"Sono contenta che sia arrivato l’ultimo anno, anche se ho già tanta nostalgia", commenta Francesca Fanti, che ha iniziato il quinto anno di liceo classico. "È stata già fissata l’interrogazione di greco per domani (oggi, ndr).Il secondo giorno di scuola questo non te l’aspetti – dice –. Ma sicuramente è una scuola che ti mette davanti a sfide concrete, che ti preparano ad affrontare meglio il futuro".

Come quella di scegliere per il prossimo anno la facoltà di medicina e ingegneria biomedica: "È qualcosa che non ti immagina all’inizio – risponde – ma penso che l’indirizzo sia in grado di farti andare anche oltre alle materie umanistiche". Per Caterina Gandolfi, studentessa del liceo scientifico Spallanzani, il percorso è stato faticoso "ma mi ha fatto crescere". E con la buona base scientifica, che dice di aver acquisito, sta valutando due strade per il prossimo anno: "Mi piacerebbe insegnare o lavorare nell’ambito della tutela ambientale". Il compagno Federico Bonini, l’anno prossimo andrà a studiare medicina: "Le ore di laboratorio sono state fondamentali nella maturazione di questa scelta". E ammette di essere triste per l’inizio del nuovo anno, perché "questa volta vivrò ogni momento con gli amici con la consapevolezza che sia l’ultimo". Anche Gregorio Barbieri, iscritto al liceo scientifico Spallanzani, è scontento se pensa che dovrà lasciare i suoi compagni di classe. "Cosa andrò a fare dopo? Ingegneria gestionale. Sono molto sicuro della mia preparazione, spero solo sia il mio settore". Il rientro a scuola di Leonardo Riccò invece è stato "traumatico se penso ai compiti già assegnati". La maturità è ancora lontana ma "io punto a un discreto settanta" dice.

Fuori al Liceo artistico Chierici, Emidia Becci sta considerando con i suoi amici la possibilità di candidarsi come rappresentati d’istituto. "Nonostante i soliti cliché – commenta – è un liceo valido. I progetti e i percorsi di alternanza scuola-lavoro ci hanno dato la possibilità di metterci alla prova con il mondo lavorativo". "Lì dentro c’è un pezzo di noi" aggiungono Alessia Curti, Viola Cilloni e Fabio Ganapini, indicando il Chierici. "I professori, oltre a fare lezione, si interessano anche dei nostri stati d’animo. È bello tutto ciò". Laura Campani invece non vede l’ora di chiudere questo capitolo, che però le ha regalato grandi amicizie. "Sono curiosa e voglio affrontare nuovi orizzonti, come quello della psicologia di cui mi sono appassionata leggendo un libro di Freud".

Per Greta Ianni, la fine delle scuole superiori rappresenterà il passaggio alla vita adulta: "L’ambiente scolastico non tornerà più, nemmeno all’università. Raccolgo i ricordi di questi quattro anni e di quello che oggi è iniziato, con la consapevolezza che dopo non sarò più una ragazzina".

Ylenia Rocco