REDAZIONE REGGIO EMILIA

Studente accerchiato e poi rapinato. In carcere uno dei responsabili

Fermato e portato in carcere il 20enne tunisino accusato di aver rapinato il giovane Nicola Bartoli, studente universitario fuorisede a...

Fermato e portato in carcere il 20enne tunisino accusato di aver rapinato il giovane Nicola Bartoli, studente universitario fuorisede a Unimore, che ieri al Carlino ha raccontato i suoi 33 minuti di terrore. Gli agenti della squadra mobile della questura reggiana lunedì mattina hanno eseguito un provvedimento di fermo e hanno condotto il magrebino nel carcere della Pulce, a disposizione dell’autorità giudiziaria, in attesa di convalida.

"In due mi hanno praticamente sequestrato per oltre mezz’ora, portandomi in giro per il centro storico in cerca di un bancomat. Non c’era anima viva. Mi tenevano sotto minaccia con i coltelli", aveva raccontato al nostro giornale il 24enne di Recanati (Macerata), ancora sotto choc.

Le indagini sono partite nella notte di lunedì, quando, intorno alle 2, lo studente si è precipitato in questura per denunciare la rapina. "Ho deciso di assecondarli – ha detto agli inquirenti –. Mi hanno portato davanti a un distributore automatico e costretto a usare l’impronta digitale per acquistare delle sigarette. Uno di loro aveva un coltellino multiuso, grande più o meno quanto una mano, e mi intimava di restare girato verso il distributore, mentre un altro rovistava nel mio zaino". Dopo questa prima aggressione, sembrava che la notte di paura fosse finita. Ma poco dopo, due membri del gruppo hanno raggiunto di nuovo il giovane fuorisede, questa volta con intenzioni ben più gravi. "All’improvviso, uno mi ha afferrato con forza, cercando di scaraventarmi a terra. Sono rimasto in piedi, ma lui si è aggrappato al mio giubbotto e mi ha detto: ‘Se urli, ti buco’, mostrandomi un coltello a farfalla. Gli ho dato il portafoglio: ha preso i cinque euro che avevo, la Postepay e la tessera sanitaria".

Il bottino, però, non li ha soddisfatti. I due hanno costretto il ragazzo ad accompagnarli prima a un distributore automatico per acquistare circa 50 euro di sigarette, poi a uno sportello bancomat, dove gli hanno imposto di prelevare 550 euro. Per oltre mezz’ora lo hanno trattenuto per le vie del centro storico, minacciandolo con le armi se avesse provato a chiedere aiuto. Non sazi, gli hanno anche imposto di consegnare il giubbotto e un orecchino. "Ho cercato di spiegare che erano regali di famiglia, ma non gli importava nulla. Alla fine mi hanno lasciato lì, sbeffeggiandomi".

Gli investigatori hanno subito acquisito le immagini delle telecamere di sorveglianza della zona e, grazie ai filmati, sono riusciti a identificare uno dei presunti autori della rapina, ossia il 20enne magrebino, già noto alle forze dell’ordine per numerosi precedenti legati a reati contro la persona, il patrimonio e le sostanze stupefacenti. E lunedì mattina è stato rintracciato e fermato dagli agenti della squadra volanti, impegnati in un normale controllo del territorio. Indossava ancora gli stessi abiti della sera prima, come confermato dalle immagini di videosorveglianza.

Elia Biavardi