È approdato al processo
il giovane accusato dell’accoltellamento in viale IV Novembre, all’altezza del civico 12, avvenuto nella prima serata del 16 luglio.
A seguito delle indagini avviate da carabinieri e polizia di Stato, analizzando la videosorveglianza, il sospettato era stato identificato e si era costituito in questura, per poi essere sottoposto a fermo. Nell’inchiesta del pm Valentina Salvi, Sakar Farhat, 23 anni, tunisino senza fissa dimora, incensurato, ora sottoposto alla custodia cautelare in carcere, deve rispondere di tentato omicidio verso un ghanese 26enne e di porto di coltello fuori casa. Dopo aver avuto un litigio con il ferito e aver preso una bottiglia da un cestino, si sarebbe avventato contro il 26enne colpendolo con un fendente al ventre.
A quanto emerge, l’aggressione sarebbe nata per uno scambio di battute su una donna presente.
Il 26enne ferito si è costituito parte civile affidandosi all’avvocato Giuseppe Caldarola. L’imputato è assistito dagli avvocati Liborio Cataliotti (foto) e Luca Sebastiani: sarà processato davanti al giudice Andrea Rat col rito abbreviato condizionato a sentire l’uomo ferito. Ieri la difesa ha chiesto che siano visionati in aula i filmati. Secondo i legali dell’imputato, è un caso di "autodifesa" e lui non aveva l’arma bianca: "Sono stati trovati due coltelli: uno impugnato dalla vittima, mentre per il secondo si contesta che lo avesse il nostro assistito. Non è così e lo dimostreremo - sostiene Cataliotti -. Lui ha preso una bottiglia, ha dato un colpo non andato a segno ed è scappato. L’altro lo ha rincorso con altri due più una donna. Il ferito aveva un coltello di 13 centimetri con cui è stato poi colpito. L’imputato ha preso la bici, l’ha frapposta tra lui e il ferito per difendersi ed è nata una colluttazione".
al.cod.