REDAZIONE REGGIO EMILIA

Stazione, parola alla Cisl: "L’esercito da solo non risolverebbe nulla: date poteri ai sindaci"

Sirianni: "Convenzioni con le associazioni rinnovate, ma non basta. La situazione è drammatica, si usi la campagna elettorale per avere. più polizia locale e presidi permanenti a protezione dei volontari".

Stazione, parola alla Cisl: "L’esercito da solo non risolverebbe nulla: date poteri ai sindaci"

"Finalmente sono state rinnovate le convenzioni con le associazioni, ma non basta: bisogna esportare il progetto di rigenerazione sociale nelle altre zone calde della città. L’esercito in sé non risolve nulla, a Reggio occorre molto di più e cioè poteri veri di intervento ai sindaci". Parola di Andrea Sirianni. Il segretario confederale di Cisl Emilia Centrale, interpellato dal Carlino, interviene sui grandi temi del degrado e della sicurezza.

"Reggio Emilia vive una situazione drammatica dal punto di vista della sicurezza – sottolinea Sirianni –, dalla quale può uscire in un solo modo, se vogliamo ragionare seriamente e non col bla bla elettorale: unendo e richiedendo interventi molto decisi e molto innovativi sulla sicurezza che tolgano pressione ai quartieri colpiti dalla microcriminalità e lascino partire quella rigenerazione sociale e urbana capace di liberare lo straordinario potenziale civico che rende unica questa città".

Il 23 novembre, sessantuno giorni fa, Cisl insieme a Cgil e Uil chiedevano al sindaco Luca Vecchi di rinnovare il protocollo scaduto "che ha permesso dal 2020 di creare la più importante iniziativa dal basso che in zona stazione ha tolto bambini, intere famiglie e persone dall’abbraccio con il degrado e la criminalit. Oggi le convenzioni con le associazioni attive nel quartiere sono state finalmente riattivate, stiamo aspettando che l’amministrazione convochi tutti i soggetti interessati a rilanciare un patto di comunità in zona ma la domanda resta intatta: quanto crede il Comune nella rigenerazione sociale dei quartieri problematici? Quanto è pronto ad esportare questa rivoluzione nelle altre zone calde della città?"

Cisl ci crede tantissimo, sottolineano dal sindacato, e ha investito parecchio: mentre le convenzioni per Cà Reggio, via Turri e viale IV Novembre erano scadute, "abbiamo anche ospitato nella nostra sede i servizi doposcuola per i ragazzi della zona stazione. A parte questo, quel che più ci interessa è far sapere che per noi le tante associazioni operanti nella zona stazione hanno dato vita a un’esperienza che Reggio può replicare in tutta la città. Lo diciamo forte ora che si stanno per spalancare le porte della campagna elettorale e ne sentiremo di tutti i colori". E Sirianni coglie l’occasione per parlare di una rigenerazione possibile: "I progetti nella zona stazione sono stati per noi molto significativi, sia come qualità che come quantità di progetti perché hanno aiutato tante persone dal punto di vista sociale, educativo e anche sui bisogni primari come il vestiario, l’alimentazione e l’accesso ai servizi online. Speriamo che si possa realizzare presto una iniziativa di bilancio di questa attività dove restituire alla cittadinanza i numeri e le azioni effettuate". Ma questo tema – la rigenerazione sociale – ha bisogno di camminare con una strategia chiara per la sicurezza urbana: "Non crediamo che qualche Land Rover dell’esercito possa risolvere qualcosa – incalza Sirianni, facendo eco al prefetto Maria Rita Cocciufa sul tema –. A Reggio occorre molto di più. Prima di tutto servono poteri veri di intervento ai sindaci, garantendo loro uno scudo. La nostra segretaria generale lo ha detto a inizio anno e ha ragione da vendere, non ha senso fare un’ordinanza per chiudere un locale che calamita la delinquenza per poi vederla soffocata al Tar e dover rispondere alla magistratura contabile. I Daspo urbani sono inservibili. Gli organici pochi e, flessibili o no, non bastano". Con le regole attuali, prosegue il segretario confederale Cisl, "né Reggio né altre città potranno fare i miracoli".

E lancia un appello: "La politica usi bene questa campagna per dire cose serie e magari unitarie: occorre più polizia locale. Non ci servono vigili per le multe ma agenti formati per i nuovi compiti della sicurezza urbana e assunti con concorsi snelli, togliendo questa voce dal computo del patto di stabilità. Servono presidi permanenti nelle zone calde, che proteggano anche il lavoro dei volontari. Diciamolo in modo semplice – precisa Sirianni –, in otto mesi ci sono stati tre omicidi in stazione, sono anni ormai che la porta di ingresso al capoluogo è in forte tensione, tra violenza e spaccio. Come è possibile che non ci sia un servizio di polizia h24 in quell’edificio? È per questo che come Cisl parliamo di sicurezze al plurale: la sicurezza sociale deve andare di pari passo con quella urbana,si completano e sostengono a vicenda".

c. g.