I predatori dell’oro rosso hanno colpito ancora a pochi giorni dall’ultimo furto: depredata delle grondaie e dei pluviali di rame la chiesa di San Prospero Vescovo a Regnano.
Grande indignazione per la violazione verso un edifico sacro tanto antico (il primo impianto risale alla metà del XII secolo) quando amato, con parrocchiani che hanno deciso di sostenere l’acquisto di nuove tubature e le riparazioni tramite le loro offerte.
"È successo la settimana scorsa, molto probabilmente nella notte dato che nessuno ha notato movimenti sospetti - spiega il parroco, don Pietro Paterlini - Purtroppo hanno preso tutto quello che potevano, ed il danno ammonta a diverse migliaia di euro. Abbiamo sporto denuncia ai carabinieri, che stanno indagando. Purtroppo, come molte chiese della provincia, anche quella di Regnano non è dotata di un impianto di allarme e di videosorveglianza quindi non è nemmeno certo quando sia avvenuto".
La santa messa, nella frazione, viene celebrata la domenica mattina alle 9,30 poi la chiesa resta incustodita.
Don Paterlini è parroco dell’Unità pastorale 43 "Sacra Famiglia" da circa un anno e mezzo: "Da quando sono qui è la prima volta che capitano episodi di questo tipo".
Commenta su Fb una residente della zona: "Dei simpatici ladruncoli da strapazzo in queste ultime notti si sono divertiti a smontare (malamente e facendo danni) e rubare tutte le gronde in rame, che saranno sostituite con soldi dei parrocchiani, che fanno gentilmente offerte. Auguro loro di spendere tutto ciò che guadagneranno della vendita del rame in medicinali o simili. Attenzione a chi ha stalle o case estive isolate perché sono in zona a cercare gronde".
Si tratta dell’ennesimo furto dopo la raffica che dalla seconda metà del mese scorso ha interessato diversi cimiteri dell’area collinare e della nostra montagna: Ciano di Canossa (due volte il 18 e il 21 agosto), Quattro Castella (24 agosto), Casina e Paullo (1 settembre). In questi casi l’obiettivo erano le grondaie di rame delle cappelle di famiglia e delle strutture di servizio; anche in questi casi si tratta di luoghi non protetti da telecamere di sorveglianza.