Tra i membri attivi dell’associazione a delinquere di stampo mafioso, per cui dal Tribunale di Genova è stata emessa un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 26 persone, c’è anche un giovane che vive a Montecchio. Al momento Robert Josè Capa Marquez, classe ’89 e di origine ecuadoriana, residente a Casaletto Ceredano (Cremona) ma domiciliato in Val d’Enza dove lavora come magazziniere, si trova nel carcere di via Settembrini.
L’arresto è avvenuto ieri mattina, con annessa perquisizione di casa sua; l’accusa a suo carico è di spaccio di sostanze stupefacenti (cocaina, in questo caso) in concorso con altri soggetti, anche loro arrestati. Senza contare che il 34enne figura tra i 26 indagati che hanno contribuito, in prima persona o come collaboratori, al consolidarsi dell’associazione a delinquere di stampo mafioso nel Genovese.
Dei ventisei indagati sopracitati tutti sono finiti in carcere, tranne tre per cui sono stati disposti gli arresti domiciliari. Il provvedimento era stato richiesto dalla Dda di Genova: diciassette indagati, infatti, sono anche accusati di fare parte di un giro mafioso che fa capo alla famiglia De Marte-Gioffrè, originaria di Seminara (Reggio Calabria) e legata alla ’ndrangheta calabrese, che però da anni si è insediata nella zona di Diano Marina (Imperia). È qui che l’associazione avrebbe dunque affermato il suo controllo sul traffico di stupefacenti. Secondo quanto emerso dalle indagini, si contano in totale 56 episodi di acquisto, cessione e trasporto di cocaina e marijuana; senza contare i ’regolamenti dei conti’ riservati ai clienti che non pagavano, per cui figurano tra le altre le accuse quelle di lesioni, furti di mezzi di trasporto e minacce, anche a mano armata. Nei confronti di 18 indagati, inoltre, è stato disposto un sequesto di beni del valore totale di 866.400 euro (comprensivi di 128 rapporti bancari, 18 auto e 12 motocicli, 6 immobili e 34 terreni tra le province di Imperia, Bari e Trapani).
Il maxi sequestro non riguarda il 34enne abitante a Montecchio, che però avrebbe avuto un ruolo attivo ad agosto e settembre 2021 nell’aiutare l’associazione a reperire la cocaina dalla Calabria. Capa Marquez avrebbe infatti attivato a fine agosto due sim a suo nome, messe poi nei cellulari di altri due indagati (Domenico Gioffrè e Giovanni Chimienti), in modo da depistare i collegamenti a questi ultimi in caso di intercettazioni. L’8 agosto 2021 lui e Chimienti avrebbero ricevuto da Gioffrè 114 grammi di cocaina in cambio di denarlo, per rivenderla.
Il 21 settembre del 2021, il 34enne avrebbe poi partecipato attivamente a uno scambio, conclusosi però male. Quel giorno, su indicazione di Gioffrè, Capa Marquez assieme a Chimienti e Antonino Laganà (quest’ultimo minorenne), a bordo di un’auto noleggiata, sarebbero partiti alla volta di Gioia Tauro (Reggio Calabria) con un chilo di cocaina. A causa di un guasto alla macchina, però, rimandarono lo scambio al giorno dopo. Così il 22 settembre, con un’altra auto ancora, si rimisero in viaggio ma, di nuovo, non andò in porto: fecero un incidente a circa otto chilometri dal luogo deputato allo scambio.
Giulia Beneventi