FRANCESCO PIOPPI
Cronaca

Soragna, biancorosso mancato: "Provai per Reggio, non mi presero"

L’argento olimpico 2004 svela: "Avevo 13/14 anni, non ero ancora pronto. In questa città si respira basket"

Soragna, biancorosso mancato: "Provai per Reggio, non mi presero"

Matteo Soragna, mantovano, ora è opinionista e commentatore di Sky Sport

In campo era un’ala dal tiro mortifero e con una qualità di passatore ben sopra la media, forse sottovalutata per troppo tempo. Adesso che invece ha appeso le scarpe al chiodo Matteo Soragna esprime le proprie capacità in veste di commentatore-opinionista a Sky, dove la sua voce offre sempre spunti di riflessione brillanti e non banali, ma senza appesantire troppo la narrazione. Insomma, un interprete praticamente perfetto del ruolo, ‘legato’ alla Pallacanestro Reggiana da un episodio a dir poco singolare.

Soragna, sono passati 20 anni esatti dall’argento olimpico che effetto le fa?

"Trovarsi con questi ragazzi è un piacere immenso e ritornare indietro per rievocare quei momenti è sempre uno spettacolo, Ti torna proprio in mente quello che hai vissuto, quello che hai provato… È pura bellezza".

Lei ha vinto tanto anche con Treviso, ma quel momento può essere considerato il punto più alto della sua carriera?

"Quando si parla di Nazionale credo sia automatico eleggerlo come il risultato più importante nella storia sportiva di un atleta. È vero che non abbiamo vinto l’oro, ma è altrettanto vero che noi non eravamo andati là per conquistare una medaglia, ma solo per fare il nostro".

Adesso è un apprezzato giornalista della bella squadra di Sky Sport, ma non ha mai pensato di fare il coach?

"È molto divertente e stimolante il mio lavoro attuale ma confesso che - quando giocavo ancora - ero convintissimo che avrei fatto l’allenatore. Appena mi sono ritirato infatti ho preso il patentino, però già mentre facevo il corso avevo capito che c’era qualcosa che non quadrava. Il motivo? Adoro il lavoro in palestra, ma non ho la pazienza di stare davanti a un computer a tagliare le immagini e fare altri lavori tecnici. Il contesto mi ha quindi fatto pensare che non fosse il momento storico adatto per fare il coach come me lo immaginavo io, anche perché parliamo del lavoro più difficile in assoluto nello sport".

Facciamo un passo indietro e torniamo al ‘Teo’ Soragna giocatore: c’è qualche ricordo particolare legato alla Pallacanestro Reggiana?

"Il più vecchio risale addirittura a prima di diventare professionista, perché feci un provino per Reggio e non fui preso, ma ho sempre ammirato tutto il lavoro che questo club ha fatto e sta facendo con le giovanili e poi il percorso in Serie A. Giocare a al PalaBigi era un vero piacere, l’impianto era pieno di tifosi appassionati e competenti. Si respira basket".

Quindi i selezionatori di allora ‘scartarono’ una futura medaglia olimpica?

"No vabbè, ma avevano probabilmente ragione loro a quell’epoca… Avevo circa 13-14 anni, giocavo a Mantova, il nostro sponsor era Sidis ed era lo stesso della Reggiana, c’era una sorta di sinergia. Io ero bravino, ma probabilmente non ero ancora pronto per il loro livello". Come le sembra la Unahotels attuale?

"Al di là dei singoli nomi, mi piace quello che vedo nel percorso che sta facendo Reggio nell’ultimo quinquennio. Noto una serietà di alto livello, con una società organizzata che sa quello che vuole e che comunica anche ai tifosi le proprie intenzioni. Poi vincere o perdere fa parte dello sport".

Come le sembra la nuova Serie A? L’impressione è che la qualità ‘media’ si sia alzata parecchio…

"Ci sono stati arrivi importantissimi, di alto livello Eurolega e questo innalza automaticamente tutto il contesto. Ovviamente passerà molto dallo sviluppo dei giocatori e dal loro inserimento. Il lavoro dei singoli club ci farà capire quali potranno essere le ambizioni, ma mi aspetto un campionato avvincente".