GABRIELE GALLO
Cronaca

"Sono qui per imparare, darò tutto me stesso"

Unahotels, il 20enne Gallo si racconta: "Dovrò lavorare per irrobustirmi fisicamente. Gli esempi da seguire? Tonut e Ruzzier"

"Sono qui per imparare, darò tutto me stesso"

Filippo Gallo è il leader dell’Italia U20. E’ reduce da una grande stagione in A2

E’ la giovane scommessa del mercato Unahotels, fino a un certo punto però. Perché Filippo Gallo, 20 anni, da Trieste, la serie A l’ha già assaggiata, sia pure da imberbe under, tra il 2021 e il 2022 a Cremona, nel primo periodo a fianco di un altro neoacquisto biancorosso, Jaylen Barford; ma soprattutto per il fatto chè è reduce da un’ottima stagione a Piacenza, in A2, dove è cresciuto tantissimo, e da eccellenti prestazioni in Nazionale ai recenti Europei under 20.

Quanto è importante, per il suo futuro, questa stagione?

"Vengo da un buon periodo di crescita e ho colto al volo l’opportunità che mi ha dato la Pallacanestro Reggiana. Sono in un gruppo di persone che hanno vissuto il basket ad alto livello, alcune anche in Nba. Il mio obiettivo è imparare ogni giorno cose nuove. Metterò sempre la squadra davanti alle mie esigenze personali e la mia speranza è di crescere e migliorare insieme a lei".

Il suo allenatore a Piacenza, Stefano Salieri, in un’intervista al Carlino ha detto che, se fosse rimasto là, le avrebbe affidato le chiavi della squadra…un attestato di stima notevole.

"Prima di tutto mi ha aiutato a capire che tipo di giocatore voglio diventare, aiutandomi ogni giorno in allenamento e rimproverandomi anche duramente, quando serviva. Grazie a questo ho acquisito maggiore consapevolezza nei miei mezzi, ho avuto la possibilità anche di sbagliare ma così poter provare pure cose nuove. Sono certamente migliorato nella comprensione del gioco dei senior, contro gente che sa davvero giocare. Ho saputo adattarmi molto bene e spero di farlo anche in una categoria superiore".

Coldebella e Priftis l’hanno voluta qui perché…

"Direi perché le mie caratteristiche di giocatore sono piaciute. Coach Priftis, la prima volta che mi ha visto mi ha detto che il mio corpo assomiglia a quello di Diamantidis (tra i più forti giocatori europei della prima decade degli anni 2000, ndr) al che ho ribattuto: al momento solo il corpo coach, mi sa. E la mano mancina. Sicuramente mi viene chiesto di portare alla squadra tutta l’energia che può portare un giovane, la voglia di allenarsi al massimo per spingere i compagni ad alzare ulteriormente l’asticella. Penso mi abbiano voluto perché mi vedono come un prospetto futuro (il contratto è di durata pluriennale con degli escape in esso definiti, ndr) e quindi sono qui soprattutto per imparare. Mi giocherò le mie carte e come andrà, andrà. Ovviamente spero per il meglio". Dove ritiene di dover crescere, cestisticamente parlando?

"Innanzitutto per poter tenere il campo in serie A devo reggere il confronto in difesa, quindi con i preparatori atletici farò un lavoro intenso per irrobustirmi. In fase offensiva, da playmaker, intendo imparare presto tutte le caratteristiche dei miei compagni, per riuscire a farli entrare in partita e metterli in ritmo nel modo ideale".

Ha un giocatore modello a cui si ispira?

"Sono un amante del basket, più che di singoli giocatori. In generale ho sempre ammirato quei ragazzi cresciuti nella mia società d’origine, l’Azzurra Trieste, che hanno raggiunto alti traguardi, penso a Stefano Tonut o a Ruzzier. Il loro esempio mi motiva molto. Ricordo anche che, da bambino, assistevo pure alle gesta del reggiano Marco Carra, che è amico di mio padre, tra l’altro".

La sua vita fuori dal parquet?

"Al momento soprattutto fare la spesa; perché vivendo da solo sto imparando a cucinare piatti sempre più complessi, per trovare stimoli diversi. Mi piace anche tenere in ordine la casa. Per rilassarmi guardo film e serie Tv".