La base ‘ numerica’ da cui è scaturita la Carta per un’Educazione di qualità, presentata ieri da Reggio Children, è il sondaggio commissionato all’Istituto Piepoli dal titolo ’Cultura dell’Infanzia, Educazione di Qualità, Emergenza educativa’, da cui traspare il dato che per ben 3 italiani su 4 esiste un’emergenza educativa in Italia. Una percezione inferiore per coloro che non hanno figli rispetto a chi ne ha, così come la consapevolezza dell’esistenza di questa emergenza è maggiormente presente al centro e al nord, rispetto che al sud.
"Gli italiani hanno anche una visione molto chiara su cosa dovrebbe essere l’educazione nel nostro Paese – spiega Livio Gigliuto, vice presidente dell’Istituto Piepoli –, che esce dai canoni classici di come e quando l’educazione dovrebbe svolgersi, secondo una sua concezione classica: questa definizione è stravolta da una nuova concezione. L’educazione, oggi, è un concetto ‘diffuso’. Cosa significa? Che ad educare sono più persone e più soggetti (i nonni, gli amici, lo sport, scout, parrocchie e associazioni), il che ci dice che, oggi, tutto il tempo, tutti i momenti possono essere fonti di educazione di qualità per le persone". E i social o le nuove tecnologie? "C’è ancora un rapporto ‘catulliano’ con queste. Di amore e di odio, anche se la parola più giusta sarebbe ‘diffidenza’". Che tradotto in numeri, il 44% degli intervistati considera le piattaforme tecnologiche un ‘nemico’ "Perché crea dipendenza", mentre 4 genitori su 10, lo considerano un alleato: "Perché consente ai genitori di riprendersi una minima porzione di tempo per loro stessi". Infine, sul tema delle emergenze globali, secondo il 61% degli interpellati, è il cambiamento climatico, rispetto alla guerra in Ucraina ad influenzare maggiormente l’educazione dei bambini.
ni. bo.