ALESSANDRO TREBBI
Cronaca

Sofia Morini. Dalla piscina di Novellara alla finale olimpica: "Che emozione"

La nuotatrice di 21 anni in vasca nella staffetta 4x100 femminile di Parigi gareggerà anche nei prossimi giorni nella 4x200 e nella 4x100 mista "Per questa passione devo ringraziare anche papà Paltrinieri... ".

Sofia Morini. Dalla piscina di Novellara alla finale olimpica: "Che emozione"

La nuotatrice di 21 anni in vasca nella staffetta 4x100 femminile di Parigi gareggerà anche nei prossimi giorni nella 4x200 e nella 4x100 mista "Per questa passione devo ringraziare anche papà Paltrinieri... ".

di Alessandro

Trebbi

Soddisfazione e determinazione. Non si siede sugli allori della prima partecipazione olimpica con tanto di finale, Sofia Morini, nata a Reggio Emilia e cresciuta a Reggiolo, che nella giornata inaugurale del nuoto ha centrato la finalissima al primo tentativo, nella 4x100 stile libero femminile. Un percorso, bellissimo, il suo, che l’ha portata dalla piscina di Novellara alla Defense Arena della capitale francese, a nuotare nelle stesse corsie di Martinenghi, Paltrinieri, Titmus. "Una grande emozione, ma anche un grande divertimento" racconta.

Partiamo dalle emozioni: il Villaggio Olimpico è davvero un mondo a parte come lo si descrive?

"Mi aspettavo un po’ quello che sto vivendo, avendo chiacchierato coi miei compagni che ci sono già stati e avendo poi visto le altre edizioni in televisione e sui social, però ovviamente viverlo è una cosa diversa".

Ci spieghi...

"Vedere tutte le palazzine con le bandiere è stupendo. È anche dispersivo però, enorme: mi hanno raccontato che rispetto ad altre Olimpiadi l’organizzazione non è delle migliori, io non posso fare paragoni".

E l’atmosfera in piscina?

"Stupenda, non ci si può preparare a un contesto del genere. Non avevo mai nuotato in una piscina così, è stato assurdo".

Poi tutto cambia quando si entra in vasca?

"Sì, sul piano vasca non vedevo altro che le corsie e le mie avversarie".

Passiamo alle gare: com’è andata?

"Un esordio carico di emozioni e di tensione, come per tutte le mie compagne della 4x100. Avevamo in testa un solo obiettivo: entrare in finale".

Un crono eccellente nella batteria, il suo?

"Sì, ma forse al mattino potevo gestirmi meglio: ho fatto comunque quello che mi sentivo".

E la finale?

"Beh è stato diverso perché sapevamo di essere dove volevamo e le nostre avversarie purtroppo sono ancora di un altro livello".

Un bilancio delle due gare?

"Alla fine sono soddisfatta, al mattino ho nuotato sotto i 54 secondi che è sempre un buon tempo, e anche nella finale, pur nuotando due decimi sopra, mi sono e ci siamo espresse bene".

Una staffetta, quella azzurra, che può avere un grande futuro?

"Siamo due nate nel 2003, una nel 2002 e una nel 2006, possiamo crescere tanto. Ci siamo guadagnate l’Olimpiade e la finale, penso che lavorando ognuna singolarmente e poi in squadra possiamo ottenere risultati ancora migliori: i margini ci sono".

C’era qualcuno a sostenerla a bordo vasca?

"Tifo? Non è mancato sia qui a Parigi perché c’è un bel gruppo squadra, e anche a casa il calore degli amici e della mia famiglia si è fatto sentire. Non un fidanzato, perché ancora non c’è, ma sono in tanti ad aver seguito un percorso, il mio, che è durato tanti anni".

Al primo posto, tra i tifosi?

"Mia mamma, che c’è sempre stata, l’ho sempre avuta al mio fianco".

Ci racconti un po’ di lei, della sua storia in piscina...

"Sono cresciuta a Reggiolo e ho iniziato a nuotare sin da piccola. Per qualche anno ho affiancato il nuoto alla danza, poi per la danza non ero portatissima e ho fatto solo nuoto. Anche in vasca sembrava non andare tutto per il verso giusto".

Poi?

"Poi ci ha pensato papà Paltrineri".

Scusi?

"Sì, un aneddoto divertente della mia carriera in erba, forse il più divertente e curioso, è che quando facevo i corsi in vasca a Novellara, la stessa piscina dove è cresciuto Gregorio Paltrinieri per intenderci, c’era suo papà, Luca, che mi doveva convincere a entrare in acqua. Da bambina non volevo e mi mettevo a piangere. Per fortuna mi ha aiutato in questo percorso".

Quanto ha nuotato a Novellara?

"Per la Coopernuoto, tra Novellara e Carpi, ho nuotato fino ai 17 anni, dopo di che ho deciso di trasferirmi a Bologna in un ambiente con nuovi stimoli, conoscevo già alcuni atleti e l’allenatore. A Bologna ho passato anni molto diversi tra loro: ad esempio ho finito la scuola lì, mi sono trasferita, e vivevo già da sola".

È dovuta crescere in fretta insomma?

"Sì, non era semplice conciliare tutte le cose".

Finita la scuola?

"L’anno scorso sono arrivati i primi risultati importanti, il mio allenatore ha deciso di smettere di allenare e così ho dovuto spostarmi. E mi sono affidata a Stefano Franceschi".

Che l’ha fatta crescere ancora di più?

"Sì, sapevo come allenava, ho voluto provare e mi ha fatto crescere tantissimo, di testa e sotto tanti altri aspetti. Mi ha sempre trattata come qualcuna a cui tiene, devo ringraziarlo, soprattutto per la sua passione: è una persona fantastica".

Adesso gli allenamenti sono più pesanti?

"Sì, quattro sono doppi e ho aumentato il chilometraggi rispetto ai cinque o sei chilometri che facevo fino a poco tempo fa. Non è stato facile, ma mi sono abituata e ho notato tanti progressi".

E questi miglioramenti li rivedremo in vasca Parigi?

"Sì, nella 4x200 e nella 4x100 mista, nei prossimi giorni. Poi potrebbe essere che mi si veda anche nella 4x100 mista mista, cioè mista negli stili e uomini e donne. Mi sarebbe piaciuto anche fare una gara individuale, ma per il regolamento olimpico non è stato possibile".