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Silk Faw, il sogno naufragato. Sul piatto un milione ai creditori

Ieri udienza davanti al giudice Nicolò Stanzani Maserati sul crac della joint venture sino-americana. L’avvocato: "Sforzo per non lasciare con le tasche vuote nessuno tra coloro che contribuirono".

L’auto simbolo del progetto

L’auto simbolo del progetto

di Alessandra Codeluppi

Il progetto di un grande polo a Gavassa per la produzione di auto elettriche di lusso è rimasto solo sulla carta. Ma gli sforzi per non lasciare a bocca asciutta non solo gli ex lavoratori, già pagati, ma anche altri creditori, stanno proseguendo.

Secondo gli accordi iniziali, Silk Faw, joint venture sino-americana, avrebbe dovuto avviare la produzione di macchine entro la fine del 2024: gli amministratori locali avevano prospettato una grande opportunità di sviluppo e occupazione per il nostro territorio. Ma poi non si diede seguito al sogno in grande di questa cittadella-car, anche perché a quanto pare allora pesarono tensioni tra Usa e Cina.

Da sempre la Regione aveva sostenuto che, senza l’avvio del cantiere, l’investimento promesso da 1,3 miliardi e il migliaio di assunzioni assicurate, non avrebbe stanziato fondi: così nel febbraio 2023 revocò i 4,5 milioni di contributi pubblici. Erano rimasti debiti della società sui 19 milioni, decreti ingiuntivi dei fornitori intorno ai 16,6 milioni, oltre alle azioni dei dipendenti per stipendi arretrati. Sui lavoratori, circa 65, si è già trovata in passato una quadra: sono stati pressoché ormai tutti pagati e si stanno definendo le ultime posizioni.

Mentre ora un passo è stato fatto anche verso altri creditori, soprattutto fornitori, ai quali viene offerto un ristoro. Nell’udienza davanti al giudice Nicolò Stanzani Maserati, questa disponibilità è stata palesata ieri mattina dall’avvocato Francesco Morcavallo, in rappresentanza di Silk sports car srl, società debitrice che aveva sede a Reggio, finita in liquidazione giudiziale.

"Un soggetto terzo ha già finanziato il soddisfo degli ex dipendenti. Ora l’intento è di procurarlo, seppur non integrale in quanto vi era il rischio di impresa, anche ai creditori, mettendo a disposizione circa un milione di euro, poi la proposta andrà formalizzata", dichiara l’avvocato Morcavallo che vuole rimarcare lo sforzo per non lasciare con le tasche vuote nessuno tra coloro che contribuirono al progetto rimasto incompiuto.

"Il terzo finanziatore non era obbligato, ma ha ritenuto che fosse giusto farlo sul piano etico e morale. Il progetto non è andato a buon fine, ma i lavoratori non hanno operato a vuoto e ora anche agli altri creditori si proporrà una somma". Tra i creditori, come svelò un anno fa il Carlino, figurano anche nomi illustri. Ad esempio Nomisma, realtà di Bologna che fa ricerche e consulenze per imprese, associazioni ed enti pubblici, per la quale operò anche l’ex premier Romano Prodi. E aziende prestigiose del settore auto, Italdesign Giugiaro di Torino e Dallara auto con sede a Varano Melegari (Parma).

A tutelare i lavoratori, in tutto circa 65, è l’avvocato Pasqualino Miraglia: inizialmente ne seguì 18 lavoratori, già saldati, poi si è occupato anche degli altri, che hanno ricevuto a loro volta un pagamento.

"Mancavano tre lavoratori – dichiara il legale – che necessitavano di cifre maggiori, sui quali nel frattempo è stato trovato un accordo: la proprietà ha versato loro un acconto col presupposto di finire di pagarli entro dicembre". L’udienza è stata Rinviata al 4 febbraio per la prosecuzione della procedura e per le verificare le insinuazioni dei creditori tardivi.