"Non abbiamo motivi per essere preoccupati, ma il primo – in quanto portavoce della comunità che rappresento – a chiedere conto alla proprietà e a sollecitare sull’avanzamento dei lavori, è il sottoscritto". Lancia rassicurazioni, ma tra le righe mantiene le distanze. Il sindaco Luca Vecchi risponde così a un’interrogazione in Consiglio Comunale su Silk-Faw, la joint venture sino-americana che ha manifestato l’intenzione di approdare a Gavassa dove dovrebbe sorgere lo stabilimento produttivo per le hypecar di lusso sportive, totalmente elettriche. Un progetto annunciato oltre un anno fa, ma sul quale aleggiano ombre da tempo, coi lavori non ancora partiti. A sollevare (l’ennesima) questione in Sala del Tricolore, stavolta è Giacomo Benassi di PiùEuropa (partito in coalizione con la maggioranza), il quale ha chiesto quale fosse lo stato dell’arte sull’affare. E snocciolando anche una novità – confermata dallo stesso primo cittadino – ossìa la richiesta di finanziamento da parte di Silk-Faw a Invitalia, l’agenzia di attrazione per gli investimenti di proprietà del Ministero. Ricordando che la joint venture ha già ottenuto 400mila euro dalla Regione (bloccati finché non partono i lavori). Così come il Comune – lo ha rammentato sempre Vecchi – "chiuderà la conferenza dei servizi (per l’ok definitivo al progetto, ndr) una volta che sarà concretizzato il rogito, come atto di tutela dell’interesse pubblico". Silk-Faw ha promesso quasi un miliardo di investimenti. Preoccupa la ricerca di risorse pubbliche (senza aver speso un euro privato finora), ma il sindaco afferma: "Per quanto ci è dato sapere, nell’ambito di un’interlocuzione settimanale coi vertici dell’azienda e col consolato cinese, il progetto presentato resta tale e i finanziamenti per dargli gambe sono stati perfezionati attraverso operazioni di finanza internazionale alla base di questa grande operazione industriale. Ma laddove, anche informalmente, dovessero esserci cambi di programmi o strategie, sarà mio dovere informare il Consiglio Comunale e la città". Così come preoccupano i ritardi rispetto ai proclami e l’addio di figure di spicco nel management (da Roberto Fedeli ad Amedeo Felisa). Ma Vecchi spegne il fuoco: "Oggi è impossibile trovare un cantiere pubblico o privato, nazionale o mondiale, in linea coi tempi per i noti problemi di materie prime, rincari e trasporti. A Gavassa si configura una tempistica di un paio di mesi di ritardo (in verità qualcosa di più, ndr). Sull’avvicendamento dei manager, non entro in merito perché sono dinamiche industriali fisiologiche secondo me. È legittimo ci siano domande, ma le risposte devono arrivare dalla proprietà. Bisogna distinguere i compiti: il Comune ha fatto la sua parte pubblica, in trasparenza". Ora si attende Silk Faw.
Daniele Petrone