LECCI
Cronaca

Sikh, preghiera e solidarietà. Un tempio come baricentro. E il turbante non è più per tutti

Iniziano i nostri viaggi nelle comunità straniere. Si parte dai numerosi indiani nella Bassa. Prodi inaugurò la struttura. "Oggi lavoriamo nei campi e doniamo mezzi per centri prelievi". .

Iniziano i nostri viaggi nelle comunità straniere. Si parte dai numerosi indiani nella Bassa. Prodi inaugurò la struttura. "Oggi lavoriamo nei campi e doniamo mezzi per centri prelievi". .

Iniziano i nostri viaggi nelle comunità straniere. Si parte dai numerosi indiani nella Bassa. Prodi inaugurò la struttura. "Oggi lavoriamo nei campi e doniamo mezzi per centri prelievi". .

di Antonio

La comunità indiana nella Bassa Reggiana, e non solo, passa soprattutto attraverso le attività del tempio Sikh di via Bandini a Novellara, frequentato da migliaia di fedeli che arrivano in parte anche da altre regioni, gestito dall’associazione Gurdwara Singh Sabha, in una maestosa struttura, che si presenta tra le più ampie a livello europeo. Qui sono oltre cinquemila i frequentatori abituali del tempio, inaugurato nel 2000 da Romano Prodi, all’epoca in cui era presidente della Commissione europea. E più volte Prodi è passato da questa struttura in occasione di eventi vari. Erano gli anni Ottanta quando i primi indiani di fede Sikh sono arrivati nella Bassa, a Rio Saliceto, provenienti soprattutto dal Punjab.

I più anziani ricordano la diffidenza iniziale: "Nessuno voleva metterci a disposizione un’area dove incontrarci e pregare. Poi abbiamo trovato l’area di Novellara, dove abbiamo realizzato il tempio". La domenica arrivano in molti al tempio, che è sempre aperto, a ogni ora, per accogliere i fedeli. "Nel direttivo siamo in undici – spiega Charinjit Singh, presidente dell’associazione che gestisce l’attività del tempio – ma ci sono anche tanti volontari che ci aiutano per l’accoglienza, le cerimonie, le iniziative di solidarietà che ci hanno sempre caratterizzato". Ora la comunità indiana risulta molto bene integrata nel tessuto sociale reggiano, in particolare nella Bassa, dove molti dei fedeli Sikh sono figure basilari nel lavoro agricolo, in particolare negli allevamenti bovini e suini del territorio. Un rapporto speciale, quello tra la comunità Sikh e la gente del posto. Come dimostrano le numerose donazioni e i gesti di solidarietà degli indiani nei confronti delle necessità del territorio. Negli anni sono stati donati automezzi alla Croce rossa, alla Protezione civile, ad Avis e Aido, oltre a contributi in denaro per far fronte alle calamità naturali come terremoti o alluvioni. "E ora abbiamo donato un importante contributo per l’acquisto di un’autovettura per il trasporto del sangue dai centri prelievi ai laboratori di analisi dell’Azienda sanitaria locale. Già in passato avevamo donato una simile vettura. E ora abbiamo deciso di dare un altro aiuto per lo stesso obiettivo", dice ancora il presidente Charinjit Singh, 55 anni, in Italia dal 1993.

Segnalando pure come molti dei cittadini di origine indiana sono impegnati nelle associazioni di volontariato, anche con incarichi di responsabilità. Senza dimenticare un appuntamento fisso annuale, la cerimonia religiosa di primavera, il Vaisakhi, che in alcune edizioni è riuscito a portare a Novellara quasi ventimila fedeli, con i loro abiti colorati, che hanno percorso in corteo le strade del centro, partendo e rientrando al loro tempio. Un evento che viene accolto con grande favore anche dai cittadini della zona, che restano ammirati di fronte a una cerimonia di popolo che parla di pace, solidarietà e preghiera. Ed emerge l’enorme rispetto di questa comunità per il territorio: alla fine del corteo religioso, dopo il passaggio di migliaia di persone, ci sono incaricati a pulire la strada da ogni minimo rifiuto. In pratica, l’area interessata dal percorso si presenta perfettamente pulita dopo la cerimonia, migliorata e con maggiore decoro rispetto a come era prima. L’attività al tempio Sikh punta pure all’educazione dei più giovani. "E’ importante educare e far crescere i nostri ragazzi in un ambiente sano e rispettoso delle regole. Ogni tanto capita, come in ogni comunità, che ci siano dei giovani che tendono ad andare… fuori strada. In questo caso – aggiunge il presidente Charinjit Singh – si cerca di far capire quale è il percorso da seguire, da persone oneste, rispettose delle leggi, delle regole di civiltà e soprattutto rispettosi degli altri".

All’esperienza degli indiani Sikh nel Reggiano sono stati dedicati molti approfondimenti, anche attraverso documentari e film, con protagonisti cultura e tradizioni di questo popolo, ma a contatto con la realtà emiliana. Ci sono giovani ancora molto legati alle tradizioni del Paese d’origine, praticando le antiche arti marziali del Gatka. Altri si alzano tutte le mattine all’alba per andare a scuola in città. Qualcuno ha deciso di non portare turbante e capelli lunghi, ma pratica i balli tradizionali Bhangra. E c’è chi segue in tutto la cultura italiana, scegliendo di non seguire i rigorosi precetti della tradizione Sikh. Ma di indiani ancora con turbante e lunga barba se ne vedono ancora molti.