FRANCESCA CHILLONI
Cronaca

Si tuffa nel fiume. Un diciannovenne scompare nell’Enza davanti agli amici

In tre erano andati a fare una grigliata: hanno tentato di salvarlo. In un video gli ultimi istanti prima che la corrente lo risucchiasse.

Si tuffa nel fiume. Un diciannovenne  scompare nell’Enza davanti agli amici

Si tuffa nel fiume. Un diciannovenne scompare nell’Enza davanti agli amici

I due amici iniziano a riprenderlo con il cellulare: Danilo sorride nel sole, fa una battuta, guarda il torrente Enza che scorre tumultuoso tre metri più sotto i suoi piedi nudi e si tuffa con l’incoscienza dei suoi 19 anni.

In un attimo verrà trascinato dai gorghi e dai mulinelli sul fondale roccioso, dove l’acqua è ghiacciata e scura.

È finita con questo immane dramma, ieri poco dopo le ore 12,30, una gita di tre giovanissimi reggiani che desideravano trascorrere qualche ora al fresco in una radura alberata poco più a valle della zona sportiva del Lido e del ponte per Traversetolo.

Giustino Danilo Colella abitava in città con la madre vedova. Il suo corpo non è ancora stato recuperato nonostante il massiccio spiegamento di forze: vigili del fuoco con squadre da Reggio e Sant’Ilario, il nucleo speciale sommozzatori giunto da Firenze con 5 subacquei specializzati in operazioni ad alto rischio, l’elicottero, i carabinieri coordinati dal maresciallo capo Giovanni Tondo, la polizia locale. Sul posto anche la Croce rossa di Canossa, giunta per prima con la speranza di dover rianimare un bagnante semi-annegato, ma poi rimasta con le sue ambulanze per assistere i parenti del giovane e dare eventuale assistenza ai pompieri.

I tre ragazzi – Danilo, un suo ex compagno di classe e la fidanzata di quest’ultimo – sono arrivati all’Enza attraverso via Di Vittorio, strada che si snoda sotto il ponte fino ad uno spiazzo da cui si può raggiungere il greto. Avevano allestito una piccola griglia per farsi da mangiare e poi ecco l’idea di tuffarsi dalla briglia, un manufatto in cemento che come un alto molo si spinge verso il centro dell’alveo. Forse lo avevano già fatto altre volte; non è facile raggiungere quel punto se non si conosce la via. Quando Danilo è entrato in acqua, ha subito capito il pericolo. Ha chiamato aiuto, i due amici avrebbero creato una sorta di catena umana ancorata alla riva limacciosa e viscida per protendersi dove lui cercava di stare a galla. Saliva e scendeva, andava sotto e riemergeva. Hanno cercato un ramo per farlo aggrappare, ma alla fine non è più riemerso.

I due amici sotto choc hanno chiamato il 118 e la macchina dei soccorsi si è messa in moto. Ma gli stessi sub dei Vigili del Fuoco, nonostante le attrezzature dispiegate e la presenza di una quindicina di colleghi sulle rive, non sono riusciti ad esplorare quel tratto di fiume come una cascata crea una corrente fortissima, e dove sul fondale (profondo 4,5-5 metri) ci sono massi e palizzate.

Le precipitazioni di inizio settimana, inoltre, hanno reso la corrente ancora più rapida. Il maresciallo Tondo con i vigili dall’elicottero hanno svolto una perlustrazione dell’alto, ma purtroppo il corpo non è stato avvistato. Infine, attorno alle 18, si è deciso di percorrere l’Enza dalla briglia verso valle con il gommone alla ricerca del corpo di Danilo.