REDAZIONE REGGIO EMILIA

Settore turismo in discesa : "In calo rispetto al pre-Covid. E mancano gli addetti ai lavori"

L’analisi di Lapam: aumentano le presenze straniere, mentre gli italiani ci trascurano. Nel 2023 a Reggio hanno pernottato 767mila persone: il 9,2% in meno in confronto al 2019. .

Due turisti in piazza Prampolini

Due turisti in piazza Prampolini

Turismo in calo a Reggio, e provincia, nel 2023, rispetto all’era pre-Covid, e le previsioni per il 2024 sembrano confermare la tendenza negativa. Nonostante un piccolo incremento in raffronto al 2022. Paradossalmente sono di più i turisti italiani a trascurarci, mentre aumentano le presenze straniere. Inoltre mancano anche numerose figure professionali che dovrebbero supportare le esigenze del settore.

Un quadro a tinte scure quello che l’abituale focus sul tema di Lapam Confartigianato dipinge per il nostro territorio: partendo dai dati certi. Nel 2023 infatti a Reggio hanno pernottato, complessivamente, 767mila turisti: il 3% in più rispetto al 2022 ma ben il 9,2% in meno in confronto al 2019, l’ultimo prima dell’esplosione della pandemia. Per giunta, una prima valutazione dell’andamento del turismo nei primi sei mesi del 2024 mostra già un -5,4% di pernottamenti rispetto al 2022 (analogo periodo) e un ulteriore diminuzione, -11,5%, guardando alla prima metà del 2019. Continuano quindi a spirare venti contrari in tema di appeal turistico delle nostre zone, ed è compito di chi le amministra provare a trovare nuove soluzioni, fermo restando quale priorità la giunta comunale di Reggio e quelle dei comuni a maggiore vocazione turistica, dal crinale al Po, decideranno di dare al settore.

Nel mentre Lapam sciorina i suoi numeri nel dettaglio: considerando il periodo estivo del 2023, da luglio a settembre, nel reggiano si contano oltre 219 mila pernottamenti: il 28,6% del totale annuale. Il 30,1% di questi riguardano gli stranieri. Rispetto all’estate 2022 si registra un calo di quasi il 2% dei pernottamenti: molto marcato da parte dei turisti italiani (-5,5%) mentre quelli da oltreconfine sono addirittura aumentati:+8%. Anche rispetto ai livelli pre Covid (+1,3). Crollano invece le presenze italiane: -13,2%. Come si scriveva poco sopra l’indagine di Confartigianato evidenzia anche un trend negativo rispetto al numero di lavoratori operanti nei settori merceologici legati al turismo. E questo non aiuta.

Non a caso è uno degli aspetti evidenziati da Daniele Casolari, responsabile delle categorie di Lapam Confartigianato: "È ancora presto per i dati ufficiali ma, per quanto riguarda le presenze turistiche dell’estate 2024 i numeri sono in chiaroscuro. Guardando i dati del 2023 il trend dovrebbe essere in calo. Come già segnalato nei mesi precedenti, una delle criticità maggiori sarà reperire figure professionali di cui gli operatori del settore hanno necessità. Il territorio provinciale, grazie alle opportunità in termini di prodotti e servizi richiama diversi turisti, nonostante faccia fatica a recuperare i livelli pre Covid. Il rischio è che senza lavoratori si comprometta proprio la qualità dell’offerta stessa. Abbiamo bisogno di sensibilizzare i giovani e invogliarli a intraprendere un percorso di crescita che può essere molto gratificante. La formazione diventa dunque un aspetto fondamentale, come anche la promozione e l’organizzazione di iniziative culturali di grande richiamo per attrarre sempre più persone e invertire il trend".

g. g.