ANTONIO LECCI
Cronaca

Settimana corta, a scuola infuria la polemica

Reggiolo (Reggio Emilia), primaria e media sabato tutti a casa: i genitori contestano la decisione. Crea un problema ad alcune famiglie: “Intervenga il provveditorato”

La scelta di concentrare l’attività scolastica in 5 giorni ha preso in contropiede, dal punto di vista organizzativo, i genitori che lavorano di sabato

La scelta di concentrare l’attività scolastica in 5 giorni ha preso in contropiede, dal punto di vista organizzativo, i genitori che lavorano di sabato

Reggiolo (Reggio Emilia), 25 dicembre 2024 – C’è forte protesta tra i genitori delle scuole di Reggiolo per l’avvio del progetto della “settimana corta”, ma soprattutto per le modalità con cui questo progetto è stato presentato e approvato. Una vicenda nata con il lancio di un sondaggio online il 12 dicembre, coinvolgendo i familiari degli studenti sull’adozione della settimana corta per la scuola elementare e media.

“La comunicazione – dicono i genitori – non forniva dettagli operativi fondamentali, come gli orari di ingresso e uscita, la gestione della pausa pranzo o i servizi di mensa e trasporto. Questo ha innescato rivalità e disorientamento tra i genitori, lasciati a discutere su ’sabato sì o sabato no’ senza alcuna guida chiara. Le perplessità sono esplose il 16 dicembre, quando si è saputo che la settimana corta non era solo una questione organizzativa, ma una misura per fronteggiare la carenza di personale docente, in quanto permetterebbe maggiori compresenze e supporto in settimana. Ma si avrebbero pause pranzo ridotte a un’ora senza servizio mensa e pasti al sacco consumati in classe, in contrasto con le normative annunciate in precedenza dalla scuola. Gli orari per le medie restano incerti, con ingressi variabili tra le 7,30 e le 8,10 e uscite alle 14, rendendo impossibile l’organizzazione di pasti adeguati e compatibilità con le attività sportive pomeridiane”.

I genitori chiedono “le dimissioni dall’incarico della dirigenza scolastica del locale istituto comprensivo, l’intervento del Provveditorato e pure impegni concreti della locale amministrazione comunale per trovare soluzioni organizzative per garantire il diritto al pasto e al trasporto pubblico se il provvedimento non sarà revocato”.