Un pareggio all’esordio col Mantova, le due vittorie con Samp e Brescia, poi due sconfitte.
Prima della sosta con il Pisa e domenica contro il Sudtirol.
La Reggiana forse ha già fatto intuire i propri vizi e le proprie virtù, ma è davvero troppo presto per scrutare l’orizzonte e raccogliere certezze.
Per farsi un’idea di chi si è, di cosa si voglia e di dove si abbia intenzione di arrivare si possono però osservare un po’ di numeri che ci dicono che il ‘Città del Tricolore’ è stato violato per la prima volta dopo quasi 5 mesi.
L’ultimo scivolone davanti al pubblico di fede granata risaliva al 19 aprile, per ironia della sorte quando Viali era il mister del Cosenza che calò un roboante poker alla squadra di Nesta.
Una delle notti più angoscianti dello scorso campionato che fece addirittura traballare la panchina del tecnico laziale.
Domenica il film è stato completamente diverso, la Reggiana ha giocato a viso aperto per i primi 40 minuti e ha colpito due traverse, poi non ha saputo reagire al gol di Arrigoni e ha incassato il tris a 12’ dalla fine.
Ma siamo appena alla quinta giornata e c’è tutto il tempo per ripartire.
In comune con quel giro a vuoto ci può essere la fragilità nella fase difensiva.
Attenzione, non tanto con il reparto centrale (Rozzio e Meroni hanno fatto il loro dovere) piuttosto nella fase di interdizione a centrocampo e dalle parti di Fontanarosa, apparso troppo morbido nel giorno del debutto. I 7 gol incassati in 5 giornate devono quindi essere un piccolo campanello d’allarme, soprattutto se si pensa che addirittura cinque sono arrivati tra le mura amiche (due col Mantova e tre con il Sudtirol) proprio in quel ‘Giglio’ dove invece si conta di poter spremere il grosso dei punti che servono ad alimentare la classifica. Se si vuole invece guardare il bicchiere mezzo pieno, si può sottolineare che nonostante i gol incassati la squadra è sempre stata produttiva.
La Reggiana è infatti andata in rete in ciascuna di queste prime cinque giornate di campionato (7 gol realizzati).
L’impressione è che si stia comprensibilmente cercando un equilibrio, una giusta dimensione che forse adesso pare possibile solo con le corse di Reinhart e Ignacchiti, polmoni e muscoli del centrocampo funzionale e che ovviamente non può prescindere nemmeno da Sersanti.
In un quadro più generale, non va inoltre dimenticato che Lucchesi e Marras non hanno ancora giocato un minuto in granata e Girma idem.
Serve ancora un po’ di tempo.