Settant’anni fa, l’8 dicembre 1954, anno mariano, il diacono Camillo Ruini – studente nella Pontificia Università Gregoriana – veniva ordinato sacerdote. "È stato un giorno unico, un grande traguardo e al contempo un inizio. Erano presenti i miei genitori e mia sorella Donata. I sentimenti che ho provato sono stati fondamentalmente la gratitudine al Signore per il dono incommensurabile che mi faceva e la gioia: gioia di essere prete, gioia di essere chiamato a vivere e ad agire ’in persona Christi’. A tutto ciò si accompagnava la consapevolezza della mia indegnità", ricorda il cardinale Camillo Ruini.
Nato a Sassuolo – provincia di Modena e diocesi di Reggio Emilia – il 19 febbraio 1931 da Francesco, medico chirurgo, direttore del locale ospedale civile, e da Iolanda Rizzoli, dopo gli studi liceali il futuro cardinale Camillo Ruini ha compiuto presso la Pontificia Università Gregoriana gli studi filosofici e teologici in qualità di alunno dell’Almo Collegio Capranica, conseguendo la licenza in filosofia e la laurea in teologia. Rientrato in diocesi nel 1957, durante l’episcopato del vescovo Beniamino Socche, è divenuto docente di filosofia nel Seminario Diocesano.
Nel 1968 il vescovo Baroni lo nominava presidente del Centro Giovanni XXIII - "il Giovanni" come è abitualmente chiamato, con sede in via Prevostura, 4 – istituzione culturale che ha guidato con saggezza e ricchezza di attività sino al 1986. È stato don Camillo, in questo ruolo, a portare a Reggio e a Canossa il futuro Papa Ratzinger. Il 1° novembre 1975 è stato nominato presidente della Consulta diocesana, poi interdiocesana, per la pastorale scolastica; durante la sua presidenza promosse la nascita degli Studenti Democratici. Nello stesso periodo nacque a Reggio l’Associazione Genitori, A.Ge, sotto la sua guida.
Il 16 maggio 1983 il papa Giovanni Paolo II lo ha eletto vescovo titolare di Nepte e ausiliare della diocesi di Reggio Emilia-Guastalla. Il 29 giugno 1983 nella cattedrale di Reggio Emilia il vescovo Gilberto Baroni lo consacrava vescovo. Nel 1985 il Papa Giovanni Paolo II lo nominava vicepresidente del Comitato preparatorio del Convegno Ecclesiale di Loreto, presieduto dal cardinale Carlo Maria Martini. Sempre nel 1985 è stato eletto membro della Commissione episcopale della Cei per l’educazione cattolica, la cultura e la scuola.
L’impegno nella Cei e la nomina a Cardinale La nomina ad ausiliare era solo il primo gradino di un ’cursus honorum’ che ha portato ’don Camillo’ a responsabilità sempre più alte, sino alla presidenza della Cei e alla guida della diocesi di Roma, quale vicario di due papi: Giovanni Paolo II e Benedetto XVI; nonché alla porpora cardinalizia.
"Posso dire di aver lavorato tanto, anche al di là di quel che mi veniva richiesto, e invece, purtroppo, di aver pregato poco – commenta in merito al bilancio di questi suoi 14 lustri di sacerdozio –. Il mio percorso si divide in due fasi, molto diverse tra loro: fino a 52 anni ho avuto incarichi significativi ma normali per un sacerdote. Poi, in otto anni, dal 1983 al 1991, sono passato da prete a vescovo e cardinale, Presidente della Cei e vicario del Papa per la diocesi di Roma, con due compiti particolarmente impegnativi: mettere in piena sintonia la Cei con il pontificato di Giovanni Paolo II e guidare, in aiuto al Papa, una diocesi ’unica’ come Roma. A distanza di anni – sono andato in pensione nel 2008 – penso di poter dire che ho lasciato, con l’aiuto di Dio, un ricordo abbastanza buono".