Reggio Emilia, 10 gennaio 2025 – “Fino al 18 dicembre il mio garage era chiuso. Poi io sono andato via da Reggio, fuori regione, per alcuni giorni. Finché il 27 sono stato chiamato dalla questura, che mi ha riferito che lì dentro sarebbe stata segregata una donna”.
L’uomo che abita in affitto in via Melato 11 e dispone dell’autorimessa si mostra amaramente stupito per l’episodio di una presunta violenza sessuale denunciata da una donna nigeriana, che ha anche detto di essere stata chiusa dentro per alcuni giorni.
Proseguono intanto gli accertamenti della squadra mobile, coordinati dalla Procura, per ricostruire l’accaduto. Le circostanze di questa vicenda sono al vaglio degli inquirenti, che stanno cercando di verificarla e di identificare gli eventuali responsabili: i contorni del fatto appaiono sfumati e si collocano in un contesto di marginalità in cui si sta scavando.
Di certo, al momento, vi è la testimonianza raccolta dal Carlino: quella di uno studente universitario 22enne che, sentendo urla femminili alle 3 di notte del 27 dicembre, e poi rumore di botte, si è affacciato al balcone, gridando di smetterla e chiamando subito la polizia di Stato. Ha sentito che i rumori venivano da un garage – ve ne sono molti, collocati tra le palazzine, in posizione seminterrata –, ma dalla sua posizione non è riuscito a vedere di più. Poi è sceso, trovando le pattuglie sul posto.
“Gli agenti hanno aperto il garage. Dentro c’era la donna con lividi sul volto e sulle braccia: piangeva e ringraziava gli agenti per averla salvata”.
La nigeriana è stata poi portata via con l’ambulanza all’ospedale Santa Maria Nuova, dove ha riferito di aver subito abusi sessuali: le è stata data assistenza applicando il protocollo del Codice rosso. Il giovane che ha dato l’allarme al 113 racconta che l’autorimessa era stata allestita come un dormitorio: “Dentro c’erano un materasso, coperte, muffa e vomito in un angolo”.
La Procura ha intanto apposto i sigilli, ritenendo che lì la donna possa essere stata segregata per un lasso di tempo. Stando a quanto riferito da lei nell’immediatezza, sarebbe stata lì da alcuni giorni, lamentando anche che nessuno se ne fosse accorto. Su questa e le altre circostanze, sono in corso gli accertamenti investigativi a 360 gradi.
“Abito in via Melato dal 2014. In questi dieci anni il garage è stato preso di mira quattro volte, ma mai era stato trasformato in un giaciglio – racconta l’inquilino –. Una volta sono entrati facendo un buco nella lamiera, un’altra allargando le bocchette dell’aria. Dentro trovai mozziconi di sigaretta, accendini e bottigliette. Sull’episodio che riguarda la donna, ne sono stato informato dalla polizia: finché ero a Reggio non mi sono accorto di nulla”.