"È il terzo episodio nel giro di un paio di settimane. Siamo preoccupati. Speriamo non si tratti di una questione ideologica o politica, questa sarebbe la cosa più grave. Per fortuna è successo di giorno e i vicini se ne sono accorti, se fosse accaduto di notte sarebbe stato davvero molto pericoloso". Sono le parole di Ilaria Nasciuti, presidente della cooperativa sociale Dimora d’Abramo, dopo l’incendio doloso scoppiato nel pomeriggio di mercoledì nella struttura di via Bligny, dove si svolgono le lezioni della scuola d’italiano per titolari di protezione internazionale e richiedenti asilo. Qui qualcuno, passando dalla finestra, si è introdotto nella struttura, ha preso dei libri e risme di carta e ne ha fatto un bel mucchio sul pavimento, vicino al muro, poi gli ha dato fuoco. Le fiamme si sono diffuse rapidamente nel locale del piano terra, bruciando parte degli arredi. Per fortuna in quel momento non c’era nessuno. Mercoledì, le famiglie dei piani superiori sono stati evacuati in via precauzionale, per danni da fumo: i residenti hanno poi potuto far rientro nei loro appartamenti già la sera stessa. Sul fatto che l’azione sia stata dolosa ci sono pochi dubbi. Nasciuti ha denunciato il fatto alle forze dell’ordine.
"Il timore che si tratti di un incendio doloso è forte – commenta la presidente Nasciuti –, nelle ultime settimane abbiamo subíto altri due atti vandalici, l’ultimo sabato scorso. In entrambi i casi precedenti all’incendio, hanno aperto i rubinetti del bagno e lasciato che il locale del piano terra si allagasse. Un atto vandalico, di sfregio. Dato che in 15 giorni la struttura è stata presa di mira più di una volta, abbiamo adottato alcune misure per mettere in sicurezza lo stabile il più possibile". Mercoledì, però, sarebbero entrati da una finestra, "che è piuttosto robusta ma che, se presa a spallate, cede. Ora l’abbiamo messa in sicurezza. Per il momento, comunque, la struttura è chiusa, mandiamo dei tecnici per svolgere i rilievi". Quel pomeriggio, sono accorsi vigili del fuoco, polizia di Stato e polizia locale. Sull’accaduto indaga la Questura. Si stanno visionando le immagini disponibili. Il centro che ospita la scuola di italiano non dispone di telecamere, ma poco distante ce n’è una che potrebbe aiutare a risalire all’autore o agli autori del gesto. I vicini hanno visto una persona aggirarsi attorno alla struttura, ma le indagini sono in corso e molto è ancora da chiarire. Non esattamente un bel regalo di Natale per la cooperativa, che sul territorio gestisce diverse strutture. In quella di via Bligny, si tiene la scuola di italiano nell’ambito del progetto Sai (Sistema accoglienza e integrazione), rivolto a chi è titolare di protezione internazionale o a richiedenti asilo. Alla lezione partecipano al massimo cinque e o sei persone alla volta, di varie nazionalità.
"Un atto vigliacco e violento che non va sottovalutato – così lo definisce la Federazione provinciale Sinistra italiana –. Dare alle fiamme un luogo di formazione e integrazione nel quale decine di migrante cercano di imparare la lingua italiana è il sintomo di un odio crescente verso i cittadini stranieri. Non solo, questo è un attacco diretto a chi, quotidianamente, svolge lavori fondamentali per la collettività . Le scuole di italiano per stranieri, qualunque esse siano e dovunque si trovino, sono il simbolo del futuro. Chi le brucia guarda ad un triste passato”. Sinistra Italiana esprime “solidarietà e vicinanza alle lavoratrici e ai lavoratori della Coop e a tutti i richiedenti asilo direttamente e indirettamente coinvolti in questa vicenda”.