FRANCESCA CHILLONI
Cronaca

Si tuffa nell’Enza e scompare, lo strazio della madre: "Speriamo che sia vivo"

Il dolore dei familiari durante le ricerche del giovane di 19 anni: "Nato in Ucraina, è cresciuto qui. Ora faceva l’idraulico"

Reggio Emilia, 1 luglio 2024 – Prima il marito, ora l’adorato figlio minore Giustino Danilo. La 49enne Nataliya Kravchenko è una donna che nella sua vita ha affrontato tanti lutti e difficoltà, a partire dal trasferimento dalla natale Luc’k in Ucraina all’Italia, e ieri ha nuovamente piegato la testa davanti ad un destino che l’ha colpita nel più tenero degli affetti.

"Era un bravo ragazzo, bello e bravo", racconta stravolta dal dolore e dal caldo immane che grava sulla zona dove sta assistendo alle ricerche. Con lei la figlia Tania, il figlio maggiore Nick, e i due giovanissimi amici del figlio, testimoni in prima persona della tragedia. E poi il nuovo compagno, il genero e altri familiari. Per ore hanno atteso seduti sui massi in riva all’Enza, che avvenisse il miracolo.

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Giustino Danilo Colella, idraulico, aveva fatto un pranzo sul fiume con gli amici prima di immergersi nella corrente
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“Danilo è nato in Ucraina ma lo abbiamo portato da piccolo in Italia. È cresciuto qui. Suo papà è morto… Abitiamo a Reggio, dove lui aveva frequentato l’Istituto professionale Simonini – spiega la mamma –. Adesso lavorava come operaio idraulico presso la ditta Pellicciari, nella zona industriale all’imbocco della tangenziale dietro al McDonald’s. Era un ragazzo pieno di gioia".

Sospira e aggiunge: "I sub hanno fermato le ricerche, c’è troppa corrente. Aspettiamo. Speriamo che il fiume lo abbia portato da qualche parte, ma vivo. Che si sia fatto male, ma sia vivo".

Nataliya poi riporta il racconto dei due amici del figlio: "Hanno cercato di salvarlo, ma quando si sono girati per prendere un bastone, qualcosa per tirarlo su… non c’era più. Sapeva nuotare, ma là nemmeno i sommozzatori riescono e entrare. Se anche uno sa nuotare, è inutile là sotto… Adesso proveranno a cercarlo con il gommone, con un robottino, un drone… non so".

La donna fa vedere sul proprio cellulare foto di Danilo nel giorno del suo compleanno, circondato dai parenti.

È sorridente, con capelli scurissimi e l’orecchino.

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In uno scatto è seduto accanto alla bellissima sorella, la mamma lo abbraccia baciandolo orgogliosa sulla testa e lui fa la linguaccia divertito.

In riva all’Enza, gli altri familiari non desiderano parlare: "È un momento troppo delicato".

Affranti anche i due amici che con Danilo erano arrivati in riva al torrente per sfuggire all’afa della città: i carabinieri li hanno interrogati sotto il portico di una vicina casa per ricostruire nel dettaglio la dinamica della disgrazia ed acquisire il video girato prima dei quel tuffo fatale. Anche loro non se la sentono di raccontare, schiacciati dal dolore.

Intorno alle loro figure impietrite come i massi su cui siedono, fervono le ricerche, coordinate dai Vigili del fuoco su un "posto di comando avanzato", una unità mobile a cui fanno riferimento le squadre Saf di Reggio, i sommozzatori di Firenze e l’elicottero di Bologna. Solo a sera, con il buio, si interromperanno.