Alla conta più di 3mila reggiani, arrivati a Bologna con pullman, treni e auto, per accendere Piazza Maggiore. Lavoratori, studenti e pensionati sono scesi in piazza per chiedere di cambiare la manovra di bilancio, aumentare salari e pensioni, finanziare sanità, istruzione, servizi pubblici e investire nelle politiche industriali.
Ieri si è svolto lo sciopero generale di 8 ore proclamato da Cgil e Uil; una mobilitazione che si è articolata in 43 piazze italiane e che per la nostra regione è confluita nel capoluogo bolognese con un lungo corteo che si è snodato a partire da Porta Lame per raggiungere Piazza Maggiore dove, a fine mattina, si è tenuto il comizio conclusivo con Maurizio Landini, segretario generale della Cgil.
Tra le aziende maggiormente rappresentative dei diversi settori produttivi si sono raggiunte altissime percentuali di adesione: il 100% delle lavoratrici e dei lavoratori ha incrociato le braccia in Dana e nel reparto macchine di Interpump; l’80% in Argo Tractors. Ma non solo nel metalmeccanico, ma anche nel tessile, nel comparto ceramico, nell’agroalimentare, nella logistica e nei servizi. L’adesione è stata dell’80% in Cir Food, del 96% alla Manifattura San Maurizio, del 70% nel reparto produzione di Procter&Gamble e di Caseifici Granterre, del 60% in quello di Graniti Fiandre. Poi la scuola e il settore dell’istruzione: l’85% delle lavoratrici e di lavoratori dell’istituzioni Nidi e Scuole dell’Infanzia di Reggio ha aderito allo sciopero.
"Siamo estremamente soddisfatti dell’adesione, abbiamo portato a Bologna circa tremila persone. La manifestazione è stata imponente, con più di cinquantamila persone a livello regionale. Ma siamo soprattutto felici per aver potuto esprimere il nostro dissenso alle politiche del Governo in modo molto visibile", hanno commentato Cristian Sesena segretario generale della Cgil reggiana e Roberto Rinaldi, coordinatore Uil Modena e Reggio.
La manovra di bilancio, per i due sindacati, è inadeguata a risolvere i problemi del Paese, per rivendicare l’aumento del potere d’acquisto di salari e pensioni e il finanziamento di sanità, istruzione, servizi pubblici e politiche industriali.
"La manovra in discussione condanna il Paese ad un futuro di austerità e decrescita", aveva infatti denunciato Sesena.
"Il Governo ha perso un‘ ulteriore opportunità per aiutare chi è in difficoltà; di fatto strizza l’occhio agli evasori fiscali e condanna chi regolarmente paga le tasse ovvero lavoratrici e lavoratori dipendenti e pensionati", aveva aggiunto Rinaldi.
y.r.