REDAZIONE REGGIO EMILIA

Sassuolo, Elton Gaci ammesso alla messa alla prova per accoltellamento a Casalgrande

Elton Gaci, accusato di accoltellamento, farà lavori di pubblica utilità per sette mesi a Sassuolo.

I carabinieri di Scandiano. erano risaliti in fretta all’identità del feritore

I carabinieri di Scandiano. erano risaliti in fretta all’identità del feritore

È stato ammesso per sette mesi alla messa alla prova un trentenne residente a Sassuolo, accusato di aver accoltellato al braccio un giovane al culmine di un litigio nel primo pomeriggio del 5 giugno nell’azienda ceramica ‘Keope’ di Casalgrande.

Il 30enne, di origine albanese così come gli altri due coinvolti, si chiama Elton Gaci: era finito in manette per lesioni aggravate e porto abusivo di oggetti atti a offendere.

La sua posizione è stata definita ieri davanti al giudice Sarah Iusto durante la prosecuzione della direttissima: Gaci, difeso dall’avvocato Giuseppe Caldarola, farà lavori di pubblica utilità il cui esito positivo comporterebbe l’estinzione del reato.

Da quanto emerso, tra due fratelli albanesi residenti a Pavullo e il 30enne era sorto un litigio, pare sui tempi troppo lunghi per fare carburante.

I tre hanno un contratto di somministrazione con una società che fornisce servizi all’azienda di Casalgrande. Uno dei due fratelli avrebbe discusso con il trentenne, poi sarebbe sopraggiunto l’altro e la situazione si è surriscaldata. Secondo la versione resa da Gaci durante la convalida dell’arresto, i due fratelli si sarebbero scagliati contro di lui, che ha poi estratto il coltello che teneva per la pausa pranzo, colpendo un quarantaquattrenne albanese al braccio: "Mi hanno aggredito fisicamente, l’ho fatto per difendermi", aveva riferito Gaci.

Il ferito aveva riportato un taglio dal gomito per tutto il braccio sinistro: trasportato all’ospedale di Baggiovara, era stato ricoverato per essere sottoposto a un intervento chirurgico di sutura, con prognosi di trenta giorni.

Poi Gaci è tornato a Sassuolo, mentre i carabinieri di Scandiano in breve tempo sono risaliti a lui, trovando un coltello lungo 18 centimetri di cui 7 di lama nel lavandino della cucina nella sua casa, ripulito e lavato che si ritiene sia stato utilizzato per colpire il 44enne.

Subito dopo il fatto il pubblico ministero aveva chiesto i domiciliari, poi disposti dal giudice Iusto, che aveva convalidato l’arresto e rimarcato in aula come l’arrestato non avesse mai chiesto scusa. La difesa, sempre nel corso della direttissima, invece aveva chiesto la remissione in libertà. Ieri la decisione: per sette mesi Gaci farà lavori di pubblica utilità.