Novellara (Reggio Emilia), 9 aprile 2023 – Un’ordinanza contro il cosiddetto ‘dark tourism’, il turismo macabro, nel casolare-tomba di Saman nelle campagne di Novellara. Il sindaco del piccolo paese della bassa reggiana, Elena Carletti, corre ai ripari dopo che i carabinieri hanno sciolto il presidio permanente davanti al rudere dove il 18 novembre scorso è stato ritrovato – su indicazione dello zio Danish Hasnain, uno dei cinque imputati per il presunto omicidio – il cadavere della 18enne pakistana che sarebbe stata uccisa dalla sua stessa famiglia perché si era opposta ad un matrimonio forzato.
"Il casolare è inagibile e pericolante – ha detto la prima cittadina – Tra due settimane sarà realizzata un’ulteriore recinzione, ancora più alta per evitare che qualcuno possa entrarvi". Un provvedimento contro un fenomeno che si ripete spesso davanti ai delitti che diventano mediatici. Un documento analogo fu costretto ad emanare il Comune di Avetrana (Taranto) nel 2010 per fermare addirittura pullman pieni di gente per visitare la casa dell’orrore della famiglia Misseri dove venne uccisa la giovane Sarah Scazzi.
L’isolata Strada Reatino che scorre davanti all’edificio diroccato dov’è stato occultato brutalmente il corpo di Saman, è diventato un luogo di passaggio in questi mesi. A testimoniarlo anche i mazzi di fiori, i pupazzetti, le letterine e i fiocchetti rossi lasciati sul campo, come ad allestire una sorta di sepolcro commemorativo. Per cinque mesi, giorno e notte, una pattuglia di carabinieri ha tenuto lontani i curiosi. Ma ora non è più necessario visto che le operazioni investigative si sono concluse con il prelievo, nei giorni scorsi, di oltre due quintali di terra nell’area, portati all’aeroporto milanese di Linate dove saranno stoccati a disposizione dei periti per le analisi forensi.
Intanto, il 14 aprile si torna in aula davanti alla Corte d’Assise di Reggio Emilia per continuare il processo. Dove potrebbe videocollegarsi dal Pakistan anche il padre Shabbar, imputato.