Bologna, 12 luglio 2021 - Dopo 67 giorni di ricerche nei campi di Novellara, oggi i carabinieri di Reggio Emilia hanno sospeso le ricerche del corpo di Saman Abbas, la diciottenne pachistana scomparsa la sera del 30 aprile e che si presume sia stata uccisa dai famigliari. Le ricerche in questi due mesi abbondanti hanno impegnato 500 militari, decine di cani molecolari da tutta Europa, strumenti high-tech come droni e ricerche satellitari. Ma del corpo della ragazza non c'è traccia.
A sostegno della tesi dell'omicidio rimane però la testimonianza raccolta nelle scorse settimane del fratello della ragazza, che agli inquirenti ha descritto dettagliatamente quei giorni di tensione precedenti alla scomparsa della giovane. Il ragazzo ha direttamente accusato lo zio di essere l'esecutore materiale dell'omicidio.
Le attività investigative proseguiranno sia per far emergere nuovi elementi su dove il presunto cadavere della giovane sia stato occultato sia, soprattutto, per giungere alla cattura di padre, madre, un cugino e lo zio della ragazza, latitanti e ricercati a livello internazionale.
La Procura di Reggio Emilia ha ascoltato nelle scorse settimane anche un cugino, attualmente detenuto nel carcere di Reggio (il tribunale del Riesame ha negato sabato la liberazione), senza tuttavia ottenere informazioni utili a fare luce sull'accaduto.
I magistrati hanno intenzione di sentire anche il fidanzato di Saman, un connazionale che vive nel Lazio, dopo le dichiarazioni rese di recente dal giovane in alcune trasmissioni tv.